13/09/2019, 10.59
GERMANIA - YEMEN - INDIA
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La Stephanus Foundation premia p. Tom, testimone della fede fra i jihadisti in Yemen

Il salesiano indiano è stato per 18 mesi nelle mani di un commando estremista. Egli testimonia il valore della preghiera nelle difficoltà e l’importanza della lotta a fianco dei perseguitati per la fede. Il premio verrà assegnato il prossimo 15 settembre, a due anni dal rilascio. Fra quanti lo hanno ricevuto in passato il primate caldeo e l’emerito di Hong Kong. 

Francoforte (AsiaNews) - P. Tom Uzhunnalil, il salesiano indiano rapito in Yemen nel marzo 2016 e rilasciato dopo aver trascorso 18 mesi nelle mani di un commando jihadista, riceverà il premio della “Stephanus Foundation” per i cristiani perseguitati nel mondo. Il sacerdote verrà insignito del prestigioso riconoscimento il prossimo 15 settembre, nel contesto di una cerimonia in programma a Francoforte, in Germania, sede dell’associazione. 

Nel contesto della premiazione, spiegano gli organizzatori, il 59enne sacerdote racconterà in prima persona l’esperienza vissuta in missione e nelle mani dei sequestratori, sottolineando il valore della “preghiera” nei momenti di difficoltà e “l’importanza della lotta a fianco dei perseguitati”. Nel comunicato ufficiale si ricordano inoltre le voci che, in un primo momento, riferivano di “un prete indiano crocefisso dai fondamentalisti islamici nello Yemen” fino alla gioia per la liberazione avvenuta il 12 settembre di due anni fa.

Nella comunità cristiana è ancora viva la memoria dell’attacco di matrice jihadista al compound delle missionarie della Carità del 4 marzo 2016, in cui sono state uccise quattro suore e altre 12 persone. Nell’occasione gli estremisti hanno sequestrato un sacerdote, p. Tom Uzhunnalil, liberato nel settembre dell’anno successivo.

Durante la prigionia il commando jihadista ha diffuso due soli video, a luglio e dicembre 2016, in cui il sacerdote appariva provato mentre leggeva un messaggio redatto in precedenza dai sequestratori. Nonostante il periodo di sofferenze e privazioni trascorso nelle mani dei suoi rapitori, p. Tom - anche in occasione di incontri pubblici - cerca sempre di infondere calma e serenità, rilanciando con forza il tema del dialogo e dell’incontro.

La Fondazione Stephanus per i cristiani perseguitati prende il nome dal diacono della chiesa paleocristiana, primo martire ad essere lapidato per la sua fede in Cristo. Secondo lo statuto, l’associazione aiuta i cristiani perseguitati e nel bisogno, attraverso indennità di sussistenza o spese legali, oltre a denunciare casi di violazione alla libertà religiosa. La carica di presidente è ricoperta dal 2016 dalla giornalista e politologa Michaela Koller, docente di libertà religiosa presso la International Society for Human Rights a Francoforte.

Tra coloro che hanno ricevuto il premio negli ultimi anni, vi sono alcune personalità di spicco del mondo ecclesiale: il card. Louis Raphael Sako, patriarca di Babilonia dei Caldei (Iraq), e il card. Joseph Zen, vescovo emerito di Hong Kong, che ha dedicato l’ambito riconoscimento a tutti i cristiani perseguitati in Cina. Lo scorso anno il premio è andato a p. Samir Khalil Samir, gesuita egiziano e grande esperto di islam e del mondo arabo.

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