La Giordania giustizia due jihadisti. Lo Stato islamico diffonde il video del pilota bruciato vivo
Amman (AsiaNews/Agenzie) - Stamane all'alba il governo giordano ha eseguito la condanna a morte per due jihadisti, in risposta al video diffuso ieri che conferma l'uccisione di un suo pilota, bruciato vivo dallo Stato islamico (SI).
I due condannati a morte sono irakeni: Sajida al-Rishawi, una donna di 44 anni, in prigione per il suo tentativo (fallito) di farsi esplodere in un attacco multiplo che ha ucciso 60 persone nel 2005; Ziad al-Karboli, un membro di al Qaeda, condannato nel 2007 per aver ucciso un giordano.
L'esecuzione appare come l'inizio di una vendetta che "scuoterà la terra", come ha promesso un portavoce del governo, dopo la diffusione del video dell'assassinio del pilota 26enne Maaz al-Kassasbeh, catturato dallo Stato islamico dopo che il suo aereo F-16 era caduto in Siria lo scorso dicembre.
Nei giorni scorsi lo SI aveva cercato di scambiare la liberazione di Sajida al-Rishawi con l'ostaggio giapponese Kenji Goto, poi decapitato. La Giordania aveva proposto la liberazione di Rishawi in cambio della liberazione del giapponese e del pilota giordano, chiedendo prove che non fosse morto.
Ieri i media di Stato hanno detto che Kassasbeh era morto fin dai primi di gennaio.
Il video diffuso dallo SI è uno dei più crudeli mai postati dall'organizzazione terrorista islamica. In esso si vede Kassasbeh vestito in tuta arancione chiuso in una gabbia di metallo. Un uomo col volto coperto, definito "l'emiro di una regione bombardata dalla coalizione dei crociati", prende una torcia e accende il fuoco che si propaga alla gabbia gli abiti del prigioniero - inzuppati di benzina, prendono fuoco e il giovane si trasforma in una torcia umana. Alla fine un trattore versa della terra sulla gabbia e la schiaccia con il suo peso.
Il giovane Kassasbeh era un sottotenente, uscito dalla scuola dell'aviazione dedicata al re Hussein e si era sposato da poco.
La Giordania è uno dei cinque Paesi arabi ad essersi unita alla coalizione guidata dagli Stati Uniti per combattere lo SI in Siria e in Iraq.
Il re Abdallah di Giordania, in visita negli Stati Uniti, ha affrettato il suo ritorno in patria. Egli ha elogiato il govane Kassasbeh come un "martire" e ha esortato i giordani a "essere uniti" di fronte alle avversità.
Fra i giordani vi sono molti che criticano l'adesione del regno alla coalizione anti-SI. In più, l'esaltazione "islamica" del califfato mette i giordani - e molto mondo arabo - davanti al dilemma fra la fedeltà ad un islam violento e anti-occidentale e una lotta contro il terrorismo.
Il re Abdallah difende la sua scelta dicendo che i musulmani moderati devono combattere un gruppo la cui ideologia e brutalità insultano il vero islam.
26/11/2018 08:13
03/03/2016 08:53