L’attacco suicida alla Moschea Rossa mirava ai poliziotti
Islamabad (AsiaNews) – La polizia sta raccogliendo ogni prova per capire la meccanica dell’attacco suicida di ieri nella capitale. L’esplosione mirava a un gruppo di poliziotti che vigilavano sulle migliaia di musulmani radicali che manifestavano vicino alla Moschea Rossa (Lal Majid).
Almeno 15 poliziotti sono morti e oltre 40 sono i feriti. Di questi 2 sono morti e altri 12 sono in serissime condizioni. L’attacco suicida è avvenuto vicino al Melody Market, ieri sera, a conclusione della “Conferenza dei martiri di Lal Majid”, tenuta per commemorare il primo anniversario dell’operazione militare contro la moschea e la scuola coranica.
L’esplosione suicida è avvenuta alle 7.45 (ora locale) ed è stata udita in un’area di chilometri. E’ considerata un’azione di vendetta per l’attacco compiuto l’anno scorso contro la Lal Majid (Moschea rossa) in cui sono morte 103 persone, fra cui 95 militanti islamici e studenti della madrassah.
Testimoni oculari affermano che subito dopo l’esplosione, sangue e brandelli di arti umani erano sparsi in tutta l’area di Sadar Road, vicino a Melody Market. L’odore di esplosivo e di corpi bruciati gravava sulla zona, mentre essa veniva in fretta isolata da personale della pubblica sicurezza.
“È un attacco suicida per colpire il personale di sicurezza” ha dichiarato Rehman Malik, consigliere del Primo ministro per gli affari interni. Malik, riportando indicazioni di testimoni oculari, ha detto che il suicida doveva essere un uomo sui 35-37 anni. “Siamo in uno stato di guerra – ha aggiunto – ed è arrivato il momento di isolare questi elementi anti-statali dalle file del popolo”.
Malik ha anche detto che la polizia ha recuperato il giubbetto con le batterie, indossato dal suicida e alcuni spezzoni delle gambe del kamikaze. “L’esplosione è un tentativo di destabilizzare la nazione”, ha detto. Quando i giornalisti gli hanno domandato se l’attacco era conseguenza dell’operazione militare dell’anno scorso contro la Lal Majid, Malik ha precisato che “è prematuro dire qualunque cosa”.
Malik ha annunciato che verrà dato un premio di 5 milioni di rupie a chiunque aiuterà ad identificare il suicida. Alle famiglie colpite sarà dato un aiuto di 300 mila rupie.
L’anno scorso le forze del governo hanno assediato per giorni la Lal Majid, dove radicali islamici avevano la loro base per organizzare raid contro “immorali e blasfemi”, accumulando anche armi. La moschea è stata attaccata dai militari il 10 luglio dell’anno scorso. Questo ha provocato un serie di attacchi suicidi in tutto il Paese, attribuiti a militanti Talebani o a Al Qaeda.
Ala Conferenza sui martiri della Lal Majid, ieri, molti degli intervenuti hanno accusato il presidente Musharraf di aver attaccato la moschea su ordine degli Stati Uniti. Alla proposta di impiccare Musharraf tutti hanno applaudito. I partecipanti hanno pure promesso di lanciare un jihad contro gli americani e le forze Nato in Afghanistan e di sottomettere tutto il Pakistan alla sharia.