L’amnistia turkmena esclude Testimoni di Geova e un protestante
Ashgabat (AsiaNews/F18) – L’amnistia decretata dal Turkmenistan il 18 febbraio scorso continua a non essere applicata a 9 prigionieri di coscienza turkmeni conosciuti, 8 Testimoni di Geova e un pastore protestante. I Testimoni di Geova sono detenuti per avere rifiutato il servizio militare.
L’agenzia Forum 18 spiega che nel dicembre 2010 è stato condannato a 18 mesi di carcere almeno un altro Testimone di Geova, il 19enne Matkarim Aminov, per renitenza al servizio militare. Gli altri 7 sono detenuti per identica ragione, con pene dai 18 mesi ai 2 anni, alcuni sono in carcere dal maggio 2009. Altri fedeli hanno avuto condanne con pena sospesa e Akmural Egendurdiev è uscito nel gennaio 2011 dopo avere scontato la condanna a 18 mesi.
Nessun detenuto per ragioni di coscienza è stato liberato per l’amnistia decretata dal presidente Kurbanguly Berdymukhammedov per il 18 febbraio, Festa nazionale, “sulla base dei principi di clemenza, giustizia e umanità”.
Nel Turkmenistan il servizio militare di due anni è obbligatorio e non ci sono servizi alternativi. L’obiezione di coscienza è punita dall’art. 219 del Codice Criminale con fino a 2 anni di carcere. Pena spesso applicata nel massimo o quasi verso i Testimoni di Geova, obiettori di coscienza per ragioni religiose. Spesso sono sottoposti al lavoro obbligatorio in campi di lavoro. Questo reato è considerato molto grave, visto che era già stato escluso dall’amnistia del maggio 2010 (vedi AsiaNews del 28.5.2010, Ashgabat, niente amnistia per i Testimoni di Geova).
Lo scorso 12 febbraio Asma Jahangir, Speciale Relatore sulla Libertà di Religione e di Credo per le Nazioni Unite, e El Haji Malick Sow, presidente del Gruppo di Lavoro Onu sulla Detenzione Arbitraria, hanno inviato al governo turkmeno un “appello urgente” sulla sistematica detenzione del Testimoni di Geova obiettori di coscienza. L’art. 18 della Convenzione Internazionale sui Diritti Civili e Politici riconosce a tutti il diritto di essere obiettori di coscienza e onera gli Stati di istituire servizi civili alternativi a quello militare obbligatorio. A distanza di un anno, l’Onu conferma a F18 che non ci sono risposte da Ashgabat.
E’ pure rimasto in carcere il pastore protestante Ilmurad Nurliev (nella foto), leader della Chiesa Luce del Mondo, arrestato nell’agosto 2010 nella città di Mary, a oriente di Ashgabat. Egli è stato condannato a 4 anni di carcere per truffa, ma i fedeli dicono che l’accusa è falsa e i testimoni poco credibili, a Nurliev è stato impedito di fare appello (vedi AsiaNews del 16.11.2010, Impedito l’appello a Ilmurad Nurliev, pastore pentecostale condannato con prove false). F18 ipotizza che l’arresto sia avvenuto per distrarre l’attenzione dal quasi contemporaneo arresto del Mufti capo della regione di Mary, Nurmukhamed Gurbanov, per non chiarite responsabilità in abusi sessuali contro ragazzi nella madrassa locale. Lo scandalo travolse diversi alti funzionari del ministero della Giustizia e dell’ufficio Affari Religiosi.
Secondo fonti di F18, Nurliev sarebbe stato amnistiato se si fosse riconosciuto colpevole. In carcere è sottoposto ad abusi: non gli è permesso avere una bibbia e la moglie ha potuto vederlo solo una volta a gennaio, con rifiuto di successivi permessi di vederlo o mandargli cibo o altre cose.