L’Egitto alle urne per il dopo Mubarak
File si sono formate davanti ai seggi elettorali prima dell’alba, nel primo turno elettorale che durerà due giorni. Nella notte è stato fatto esplodere il gasdotto che rifornisce Israele e la Giordania. Braccio di ferro sulla nomina del Primo ministro indicato dal Consiglio supremo delle forze armate.
Il Cairo (AsiaNews/Agenzie) – Si sono aperti i seggi elettorali in tutto l’Egitto per le prime elezioni del dopo Mubarak. Nel frattempo nella notte uomini mascherati hanno fatto saltare in aria con esplosivo un tratto del gasdotto che alimenta Israele e la Giordania, in una zona a ovest della città di El-Arish, nel nord della penisola del Sinai.Si tratta del nono attentato dinamitardo contro questo gasdotto dall'inizio dell'anno.
Prima dell’alba hanno già cominciato a formarsi code davanti ai seggi nella capitale, per un voto che durerà due giorni e che avrà diverse tappe. Ma i manifestanti che occupano ancora piazza Tahrir chiedevano che il voto fosse rimandato. Ieri il capo del Consiglio supremo delle forze armate (Scaf) ha reso nota una dichiarazione in cui annuncia che il Paese è “a un crocevia”. “O abbiamo successo politicamente, economicamente e socialmente, o le conseguenze saranno estremamente gravi e non possiamo permetterlo” ha dichiarato il maresciallo Hussein Tantawi. Tantawi ha anche chiesto ai candidati alla presidenza, Moahammed el-Baradei e Amr Moussa di dare il loro appoggio alla nomina del Primo ministro, Kamal Ganzouri, di 78 anni.
El Baradei si basa soprattutto sull’appoggio dei manifestanti di piazza Tahrir, dove nei giorni scorsi si sono avuti episodi di repressione violenta da parte della sicurezza, che hanno portato a un bilancio di 41 morti e centinaia di feriti. El Baradei si è detto pronto a rinunciare alle ambizioni presidenziali per dirigere un governo di emergenza nazionale, a condizione “che il governo sia dotato di tutte le prerogative per gestire il periodo transitorio, ristabilire la sicurezza, rilanciare l'economia e realizzare gli obiettivi della rivoluzione egiziana", ha reso noto l’ex capo dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea). Ieri, i Fratelli musulmani hanno messo un’opzione sul futuro governo, affermando che "si presume che il futuro Parlamento rappresenti il popolo (...) il Consiglio militare deve incaricare il partito che conquista la maggioranza dei voti di formare il prossimo governo”.
Prima dell’alba hanno già cominciato a formarsi code davanti ai seggi nella capitale, per un voto che durerà due giorni e che avrà diverse tappe. Ma i manifestanti che occupano ancora piazza Tahrir chiedevano che il voto fosse rimandato. Ieri il capo del Consiglio supremo delle forze armate (Scaf) ha reso nota una dichiarazione in cui annuncia che il Paese è “a un crocevia”. “O abbiamo successo politicamente, economicamente e socialmente, o le conseguenze saranno estremamente gravi e non possiamo permetterlo” ha dichiarato il maresciallo Hussein Tantawi. Tantawi ha anche chiesto ai candidati alla presidenza, Moahammed el-Baradei e Amr Moussa di dare il loro appoggio alla nomina del Primo ministro, Kamal Ganzouri, di 78 anni.
El Baradei si basa soprattutto sull’appoggio dei manifestanti di piazza Tahrir, dove nei giorni scorsi si sono avuti episodi di repressione violenta da parte della sicurezza, che hanno portato a un bilancio di 41 morti e centinaia di feriti. El Baradei si è detto pronto a rinunciare alle ambizioni presidenziali per dirigere un governo di emergenza nazionale, a condizione “che il governo sia dotato di tutte le prerogative per gestire il periodo transitorio, ristabilire la sicurezza, rilanciare l'economia e realizzare gli obiettivi della rivoluzione egiziana", ha reso noto l’ex capo dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea). Ieri, i Fratelli musulmani hanno messo un’opzione sul futuro governo, affermando che "si presume che il futuro Parlamento rappresenti il popolo (...) il Consiglio militare deve incaricare il partito che conquista la maggioranza dei voti di formare il prossimo governo”.
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