Kerala: erano cattolici i due pescatori uccisi dai marò
Trivandrum (AsiaNews) - Erano cattolici i due pescatori indiani uccisi dai marò a bordo della petroliera italiana MV Enrica Lexie, al largo delle acque del Kerala. Al momento, le circostanze sono ancora poco chiare. Le autorità italiane hanno definito l'accaduto un "triste errore": i fucilieri del Battaglione San Marco, a bordo della petroliera per garantire la sicurezza, avrebbero infatti sparato dopo aver scambiato il peschereccio per un vascello pirata. La guardia costiera e la marina indiana hanno chiesto di interrogare il capitano e l'equipaggio dell'Enrica Lexie, sostenendo che il cargo non avrebbe seguito le procedure standard. Secondo le prime ricostruzioni, a bordo del peschereccio non c'era traccia di armi. Gli altri nove pescatori, tutti cattolici, sono sani e salvi. L'incidente è avvenuto il 15 febbraio scorso.
"La gente è molto preoccupata - racconta ad AsiaNews mons. Francis Kallarakkal, arcivescovo di Verapoly e vicepresidente della Conferenza episcopale del Kerala - ed esprime solidarietà alle famiglie dei defunti e ai sopravvissuti. Leggono la notizia sui giornali, ma le circostanze non sono chiare e si domandano come sia possibile". Dei due pescatori uccisi, uno proviene dalla diocesi di Trivandrum (capitale del Kerala) e l'altro dalla diocesi di Kellam. "I loro vescovi - spiega - hanno visitato le famiglie, per portare la loro vicinanza e la loro solidarietà. Prego per queste persone ed esprimo loro tutta la mia compassione".
Convocato a colloquio dal ministro indiano degli Esteri, l'ambasciatore italiano a New Delhi Giacomo Sanfelice di Monteforte ha definito l'incidente "molto triste", ma ha difeso la posizione dei militari della Enrica Lexie. Secondo l'ambasciatore, il peschereccio non avrebbe risposto ai segnali luminosi di avvertimento, "segno di un atteggiamento ostile, tipico dei pirati". Intanto, il governo del Kerala ha stanziato 500mila rupie (circa 7.700 euro) a testa per i familiari delle vittime.
La dinamica dei fatti è ancora da confermare. Tuttavia, secondo l'arcivescovo, "si tratta di una grave leggerezza. Il problema dei pirati esiste, come esistono leggi precise che regolano il comportamento nelle acque internazionali. Ma prima di aprire il fuoco contro un'altra imbarcazione, è necessario fare tutti gli accertamenti del caso. Si tratta sempre di altri esseri umani, ci si deve rivolgere loro con compassione. Cose del genere non devono ripetersi mai più". (GM)