16/08/2018, 12.05
AFGHANISTAN
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Kabul, i talebani contro la Croce Rossa

Accusano l’organizzazione umanitaria di non aver prestato cure ai detenuti in sciopero della fame. La Croce Rossa mantiene il silenzio sul comunicato e afferma che cercherà un dialogo diretto con i talebani. P. Moretti: un organismo preziosissimo per il Paese. Continuano le violenze: attacco in corso a un campo d’addestramento. Ieri, attentato suicida a Kabul in un centro educativo sciita. L’ombra dell’Isis.

Kabul (AsiaNews) – I talebani non assicureranno più il passaggio sicuro agli operatori della Croce Rossa. Lo ha annunciato ieri il gruppo ribelle, accusando l’organizzazione di aver trascurato dei detenuti in sciopero della fame nella prigione Pul-e Charkhi di Kabul. Intanto, non si arresta lo spargimento di sangue nel Paese, nel mirino anche dei militanti dell’Isis.

“L’Emirato islamico – afferma la dichiarazione dei talebani – non garantirà la protezione delle vite e delle proprietà [della Croce Rossa]” finché l’organizzazione non correggerà le proprie azioni. Sanela Bajrambasic, portavoce del Comitato internazionale della Croce Rossa (Icrc), afferma che la delegazione del gruppo si è recata nella prigione lo scorso 13 agosto. Ha anche spiegato che non prenderà posizione pubblica sull’annuncio dei talebani, ma che si metterà in contatto diretto con il gruppo ribelle. Contattata da AsiaNews, la Croce Rossa ha mantenuto il silenzio riguardo alla dichiarazione, ribadendo la linea – applicata ovunque sia presente – di neutralità e dialogo con tutte le parti coinvolte nei conflitti.

“Sia il divieto di passare che la mancanza di protezione sarebbero gravi”, commenta p. Giuseppe Moretti, cappellano all’ambasciata italiana e responsabile della missio sui iuris dell'Afghanistan fino al 2015. “La Croce Rossa deve passare per quei territori: se ci vanno in aereo è un conto, ma in macchina? Significa paralizzare l’attività della Croce Rossa, che di certo non si affianca ad alcun esercito: vuole rimanere internazionale. La loro attività è preziosissima in Afghanistan”.

La dichiarazione del gruppo islamista arriva in un contesto di accesi scontri fra i talebani e le forze afghane. Nelle ultime ore, i militari hanno respinto il gruppo islamista da Ghazni, dopo giorni di scontri iniziati il 10 agosto. Tuttavia, i talebani non sono l’unica minaccia. In queste ore, un gruppo armato di cui ancora non si conosce numero e affiliazione sta attaccando un centro d’addestramento militare nella capitale. Ieri,  un attacco suicida si è consumato nell’area ovest di Kabul, uccidendo almeno 34 persone in un centro educativo sciita (v. foto). Si teme che la maggioranza delle vittime siano giovani studenti della scuola. L’Isis ha rivendicato l’attacco. Già prima dell’annuncio, gli sciiti avevano accusato i militanti di Daesh [acronimo arabo di Stato islamico, ndr], che negli ultimi mesi hanno attaccato più volte la minoranza.

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