09/11/2017, 12.48
INDONESIA
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Jakarta, i vescovi indonesiani per il dialogo interreligioso contro il radicalismo

di Mathias Hariyadi

Ridurre le tensioni attraverso una comunicazione valida e fondata sul reciproco rispetto. L’esperienza di p. Felix Supranto ed i suoi “tre passi”: impegno, desiderio e rispetto. La socializzazione per vincere le visioni “distorte”. I cattolici invitati ad essere “creativi” e chiamati ad uscire dalla propria “zona di comfort”.

Jakarta (AsiaNews) – I vescovi indonesiani intendono promuovere relazioni più profonde con comunità ed esponenti di differenti confessioni religiose. È quanto emerge da una serie di conferenze organizzate questa settimana dalla Conferenza episcopale, cui hanno preso parte 37 presuli. Il 7 e l’8 novembre scorsi, gli incontri sono stati focalizzati su come definire “una presenza significativa e rilevante della Chiesa indonesiana nel conferire dignità al mondo”, con il contributo di figure esterne alla comunità cattolica (foto 1).

P. Felix Supranto (foto 2) ha condiviso ieri la propria esperienza su come ridurre le tensioni religiose, attraverso una comunicazione valida e fondata sul reciproco rispetto. Tre sono i passi che ogni cattolico deve affrontare per ottenere buoni rapporti. “Il primo – ha affermato il sacerdote – consiste nell’impegno ad abbandonare la ‘zona di comfort’ della comunità di appartenenza, cosa che accende sempre un senso di ‘insicurezza emotiva’. Tuttavia, in un secondo momento comincia a crescere il desiderio di conoscere realtà differenti. Il terzo passo è il momento in cui tale incontro amichevole genera un senso di rispetto e di fraternità reciproci”.

P. Supranto ribadisce che attraverso la socializzazione con le comunità non-cristiane, le visioni “distorte” e le percezioni negative sui cattolici “si riducono in maniera drastica”. “Alla fine esse riconoscono che noi cattolici siamo gente buona e semplice”, ha dichiarato il sacerdote, spesso invitato e coinvolto in incontri interreligiosi o lezioni negli istituti islamici. Insieme ad alcuni gruppi musulmani, p. Supranto è anche impegnato in iniziative per la tutela ambientale.

Condividendo la sua visione sul crescente radicalismo nella società contemporanea indonesiana, il sacerdote ha affermato che a ciò contribuisce anche “la chiusura dei cattolici nelle comunità e nella ‘zona di comfort’, che impedisce di mostrare empatia verso gli altri”. P. Supranto ha invitato i cattolici ad essere “creativi” nel creare relazioni, soprattutto quando sono chiamati a difendere i valori della nazione in quanto Stato secolare. “Lasciamoci coinvolgere in un tale movimento sociale, affinché tutti ci sentiamo parte della nazione e ne siamo orgogliosi”, ha dichiarato.

All’incontro ha preso parte anche Allisa Wahid (foto 3-4), del gruppo interreligioso GusDurian, che ha espresso la propria approvazione per quanto sostenuto da p. Supranto. Allisa Wahid è la figlia più giovane dell’ex presidente indonesiano Abdurrahman “Gus Dur” Wahid, icona del dialogo fra le religioni nel Paese. La donna ha parlato del crescente esclusivismo religioso in Indonesia, Paese islamico più popoloso al mondo. “Ciò che mi preoccupa è la scarsa percezione del fenomeno tra i funzionari del governo, che non distinguono tra religiosità ed estremismo religioso. Il governo continua a pensare che questo non sia un problema grave da affrontare seriamente”, ha affermato.

Secondo analisti socio-politici, la situazione in Indonesia si farà sempre più “calda”, in vista delle elezioni regionali del 2018 e delle presidenziali del 2019. “Quello di cui abbiamo bisogno dai leader religiosi è un loro maggiore impegno e coinvolgimento, poiché la nostra condizione sociale non è tranquilla come comunemente percepita e attesa”, ha dichiarato Allisa Wahid. Ella è convinta che i rappresentanti delle varie confessioni, inclusi i vescovi, non hanno ancora esercitato a pieno la propria influenza per mettere al sicuro il valori pluralisti della nazione. “Dobbiamo fare di più perché questi valori sono inestimabili. “Più la società indonesiana crederà in questi valori, meno i cittadini saranno intolleranti”, ha concluso.

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