Jakarta, approvata la legge che vieta i gruppi islamisti radicali
La visione politica dei movimenti islamisti contraddice i valori della Pancasila. I gruppi sono responsabili di mesi di tensioni politiche. Hizbut Tahir Indonesia (HTI) è tra gli obiettivi principali del decreto. Il ministro Wiranto dichiara che la delibera mira a proteggere l'unità e l'esistenza dell'Indonesia come nazione. Nel Paese aumentano di episodi di intolleranza e settarismo.
Jakarta (AsiaNews/Agenzie) – Il presidente dell'Indonesia ha firmato un decreto (denominato Perppu) che dà al governo il potere di bandire le organizzazioni islamiste radicali. Secondo gli analisti, la mossa mira a bandire i gruppi che negli ultimi mesi hanno provocato un deciso aumento del peso politico dell'islam estremo.
Il provvedimento, annunciato oggi dal ministro della sicurezza, segue mesi di tensioni settarie nella nazione musulmana più popolosa del mondo. Esse hanno scosso il governo e hanno minato la sua reputazione per la pratica di una forma moderata di islam.
La misura approvata modifica una legge esistente che disciplina le organizzazioni di massa, permettendo al governo di evitare un lungo processo per l’esecuzione del divieto. Gli analisti affermano che Hizbut Tahir Indonesia (HTI), un gruppo che promuove l’adozione della sharia e l’istituzione di un califfato in Indonesia, è tra gli obiettivi del decreto. Lo scorso maggio il governo aveva infatti annunciato la messa al bando del gruppo. All'inizio di marzo, il ministero per il coordinamento degli affari politici, legali e di sicurezza ha annunciato che il governo avrebbe impedito all'Hti di operare nel Paese, in quanto la sua visione politica contraddice i valori della Pancasila [dottrina politica, fondamento dello Stato indonesiano ndr], che valorizza la diversità e il pluralismo. Wiranto, ministro coordinatore, dichiara che la delibera mira a proteggere l'unità e l'esistenza dell'Indonesia come nazione, e non a screditare i gruppi islamici. Il ministro comunica che il decreto è stato firmato dal presidente Joko Widodo lo scorso 10 luglio.
La decisione di vietare l’Hti è stata presa dal governo in seguito all’aumento nel Paese degli episodi di settarismo durante le elezioni per il governatorato di Jakarta, che hanno visto il cristiano di origine cinese Basuki Tjahaja “Ahok” Purnama sfidare l'ex ministro della cultura e dell'educazione Anies Baswedan. L’Hti, insieme ad altri gruppi radicali come l’ Islamic defenders front (Idf), è dietro alle numerose e violente proteste di massa contro l’allora governatore della città, alleato di Widodo. Esse hanno caratterizzato i mesi della campagna elettorale, suscitando polemiche e tensioni in tutto il Paese.
La rielezione di Ahok è stata ostacolata anche per mezzo di un’infamante accusa di blasfemia, che secondo gli analisti ha influito sul risultato della tornata elettorale. A sorpresa, il candidato cristiano ha perso contro il suo rivale ed è stato condannato a due anni di carcere, nonostante i procuratori avessero richiesto ai giudici una pena più lieve, in quanto non colpevole del reato ascritto. In seguito al controverso verdetto, la società civile indonesiana ha reagito con manifestazioni spontanee di sostegno ad Ahok, divenuto simbolo della democrazia e del buon governo.
Hizbut, un'organizzazione globale, è ritenuta avere decine di migliaia di membri in Indonesia. Se l'Hti venisse sciolto, sarebbe il primo organismo islamico ad esser messo al bando dalla caduta del regime autoritario del Nuovo ordine nel 1998. Durante i tre decenni del regime, il presidente Soeharto ha bandito numerose organizzazioni islamiche, le cui attività e idee erano considerate minacce alla Pancasila.