22/08/2019, 09.23
IRAQ - IRAN - ISRAELE
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Iraq, nuove esplosioni colpiscono basi filo-iraniane. Sospetti su Israele

L’ultimo episodio di una lunga serie ha coinvolto una base a nord di Baghdad. Nel mirino depositi di munizioni e armi di Hashd al-Shaabi, vicine a Teheran. Il premier irakeno ha imposto il divieto di voli non autorizzati e il trasferimento delle basi fuori dalle città. Analisti sospettano la mano di Israele in chiave anti-iraniana.

Baghdad (AsiaNews/Agenzie) - Una potente esplosione ha colpito un deposito di armi e munizioni appartenente alle milizie di Hashd al-Shaabi (le Forze di mobilitazione popolare), un gruppo vicino a Teheran, protagonista in passato della lotta contro lo Stato islamico (SI, ex Isis). L’incidente è avvenuto non lontano dalla base aerea Usa di Balad, a nord di Baghdad, il 20 agosto scorso ed è solo l’ultimo di una serie di episodi di misteriose deflagrazioni che hanno coinvolto basi e depositi del gruppo sciita filo-iraniano sparsi per il Paese.

L’esplosione (opera degli Stati Uniti secondo le milizie sciite) ha causato gravi danni, ma al momento non vi sono conferme ufficiali di vittime o feriti.  

La scorsa settimana una potente esplosione aveva coinvolto un deposito di munizione a sud-ovest della capitale irakena, uccidendo un civile e ferendone altri 13. Nell’occasione alcune fonti governative avevano parlato, in un primo momento, di cattiva manutenzione ed errori da parte dei responsabili della struttura. Tuttavia, le cause reali dello scoppio non sono state sinora accertate. La deflagrazione ha colpito anche alcune case della zona e investito i residenti. In realtà immagini satellitari hanno mostrato effetti compatibili con un attacco sferrato dall’esterno e documenti riservati ipotizzavano l’uso di droni nell’area. 

Il mese scorso una esplosione ha colpito la base di Amirli, nella provincia settentrionale di Salaheddin, uccidendo due iraniani e provocando un grande incendio. Alcune fonti vicine alle milizie sciite avevano ipotizzato una rappresaglia dell’Isis, ma le vere origini degli attacchi - secondo i più - sarebbero da ricercare altrove. 

Alcuni analisti ed osservatori puntano infatti il dito contro Israele, che potrebbe aver condotto raid aerei. Operazioni mirate contro obiettivi filo-iraniani, come avvenuto in questi anni anche nella vicina Siria e in Libano.Non è escluso che il governo israeliano possa aver allargato la campagna militare contro altri obiettivi in Medio oriente. E lo stesso patriarca caldeo, il card. Louis Raphael Sako, aveva espresso il timore di un coinvolgimento dell’Iraq nell’escalation di tensione in atto fra Stati Uniti (alleati di Israele) e la Repubblica islamica.  

In riferimento alla serie di attacchi il Primo Ministro irakeno Adel Abdul-Mahdi ha imposto il divieto di voli non autorizzati in tutto il Paese e ha ordinato a tutti i depositi di munizioni e i campi militari di trasferirsi all’esterno delle città. L’obiettivo è quello di scongiurare ulteriori perdite di vite umane fra i civili. Il premier ha infine invocato l’apertura di una inchiesta, finora senza risultati.

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