22/06/2015, 00.00
INDIA
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India, leader Baha’i: Insieme a papa Francesco, difendiamo l’ecologia integrale della terra

A.K. Merchant, amministratore nazionale del Tempio del Loto a Delhi, commenta ad AsiaNews l’enciclica “verde”. Il messaggio generale della “Laudato sì” è che “la giusta gestione dei beni comuni globali è uno dei compiti più importanti del 21mo secolo”.

Mumbai (AsiaNews) – L’enciclica “Laudato sì” di papa Francesco “è giunta in un momento storico dove il cambiamento climatico, la concentrazione delle ricchezza e la violenza religiosa ed etnica sono tutti a un punto di rottura. La protezione dell’ambiente e il ripristino dell’equilibrio dell’ecologia della terra sono un aspetto integrale del credo e dell’impegno spirituale della comunità Baha’i, che per questo sostiene l’impegno preso dal Santo Padre”. Lo afferma ad AsiaNews A.K. Merchant, amministratore nazionale della comunità indiana Baha’i e del Tempio del Loto a Delhi, luogo di culto ufficiale dei fedeli di questa religione.

Il credo Baha'i riconosce tutti i fondatori della grandi religioni come annunciatori di un unico Dio e predica l’umanità come una singola razza, senza distinzioni etniche o religiose. Inoltre, esso pone molta attenta alla protezione dell’ambiente e alla custodia del creato.

Secondo Merchant, tre aspetti dell’enciclica sono di particolare importanza: “Essa si basa in modo inequivocabile sul consenso scientifico che il riscaldamento globale è in atto e che il cambiamento climatico è causato dall’uomo. Secondo, smaschera le strutture politiche ed economiche di potere dietro il dibattito sul cambiamento climatico, e sottolinea l’importanza di attori non-statali per arrivare a una svolta. Terzo, definisce l’atmosfera e l’ambiente come beni comuni, anziché ‘terre di nessuno’ che chiunque può inquinare”.

“Sebbene l’enciclica ponga l’attenzione sui poveri – continua il leader Baha’i – non è solo uno scritto morale. Essa è anche un appello straordinario ad agire rivolto ai governanti. Afferma in maniera esplicita che i negoziati internazionali portati avanti fino ad ora non hanno fatto progressi significativi (169) e accusa la politica mondiale per la sua risposta debole (54)”.

Merchant giudica poi significativo che il papa “anziché indicare i governi come gli attori principali, o di inquadrare il problema climatico solo come responsabilità del singolo individuo, sottolinei invece l’importanza degli attori collettivi, come le cooperative, le Ong e la società civile (179)”.

Questo perché, aggiunge, “le sole azioni individuali possono ottenere molto poco, ma insieme si può fare la differenza”. Forse, conclude, “questo è il messaggio generale dell’enciclica: la giusta gestione dei beni comuni globali è uno dei compiti più importanti del 21mo secolo, che può avere successo solo se un gran numero di attori, a livello locale, regionale e globale, si uniscono insieme. Come amministratore della comunità Baha’i in India, sono convinto che le parole del Santo Padre avranno un impatto non solo sui cattolici di tutto il mondo, ma su tutta la popolazione globale”. (NC)

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