11/03/2019, 12.03
INDIA
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India, 900 milioni al voto. Fissate le date delle elezioni generali

Le votazioni si svolgeranno in sette appuntamenti tra aprile e maggio; il conteggio delle schede a partire dal 23 maggio. Il partito nazionalista indù Bjp in cerca di un secondo mandato; il Congress, di centro-sinistra, vuole evitare la sconfitta. Rappresentanti delle minoranze incontrano i ministri del Bjp.

New Delhi (AsiaNews) – La Commissione elettorale indiana ha pubblicato le date delle prossime elezioni generali, che si svolgeranno in sette appuntamenti tra aprile e maggio 2019. Alle urne sono attesi 900 milioni di elettori, il numero più alto al mondo, in un Paese che conta circa 1,3 miliardi di abitanti. In vista del voto, lo scorso 7 marzo si è svolto a Delhi un incontro con i rappresentanti delle minoranze religiose. Vi hanno partecipato alte gerarchie della Conferenza episcopale indiana (Cbci) che hanno ribadito, ancora una volta, il diritto di tutti di professare liberamente il proprio credo.

Le votazioni si svolgeranno nelle seguenti giornate: 11-18-23-29 aprile, 6-12-19 maggio. Il conteggio delle schede inizierà dal 23 maggio. I cittadini maggiori di 18 anni sceglieranno la 17ma composizione della Camera bassa del Parlamento (Lok Sabha) e di alcune Assemblee statali (Andhra Pradesh, Arunachal Pradesh, Orissa e Sikkim). In tutto, i seggi da assegnare alla Lok Sabha sono 543; pertanto, vincerà le elezioni la coalizione o il partito che riuscirà a conquistare almeno 272 posti.

Il voto è l’appuntamento politico più atteso dell’anno. Gli esperti ritengono che sarà un referendum sul primo ministro Narendra Modi, che punta sul secondo mandato. Egli spera di ripetere il successo della tornata del 2014, quando il suo partito nazionalista, il indù Bjp (Baratiya Janata Party), ha conquistato la maggioranza assoluta della Camera bassa: 282 posti, un record che non si verificava dal 1984.

A sfidarlo, il principale partito d’opposizione, l’Indian National Congress (noto come Congress) della famiglia Nehru-Gandhi. Il candidato premier è Rahul Gandhi, figlio di Sonia e nipote di Jawaharlal Nehru (primo premier dell’India democratica). Egli spera di aver archiviato una volta per tutte la rovinosa performance del 2014, quando il partito è crollato da 206 a 44 seggi in Parlamento. A rinnovare l’immagine del partito, di recente è scesa in politica sua sorella minore Priyanka Gandhi Vadra, leader carismatica da molti considerata la vera erede della dinastia. Come segretario generale del Congress, Priyanka correrà nella parte orientale dell’Uttar Pradesh. La sua candidatura è strategica: lo Stato è il più popoloso di tutta l’India (un indiano su sei vive in quello Stato, cioè oltre 204 milioni). È anche quello più determinante in politica: da solo, porta in Parlamento 80 seggi; nel 2014 il Bjp ne ha conquistati 71.

Tra le tematiche che più influenzeranno le elezioni, vi sono: disoccupazione giovanile, povertà degli agricoltori, inclusione delle donne, rispetto delle minoranze religiose. Su quest’ultimo tema, il 7 marzo si è svolto all’Ambedkar International Centre della capitale un incontro con Mukhtar Abbas Naqvi, ministro degli Affari delle minoranze (v. foto 2 e 3). Rappresentati delle minoranze religiose (cristiani, musulmani, sikh, gianisti, buddisti e parsi) hanno chiesto di essere inclusi nel “Sankalp Patra” (agenda di governo).

La delegazione cristiana, guidata da p. Joseph Manipadam, segretario dell’Ufficio per l’educazione e la cultura della Cbci, ha sottolineato alcuni aspetti: garantire la sicurezza delle minoranze rispettando il dettato costituzionale che fa dell’India un Paese laico, multi-culturale e multi-religioso; promuovere i diritti delle minoranze, compreso quello di predicare e diffondere il proprio credo; rispettare l’opinione altrui, messa a repentaglio da linciaggi di massa e discriminazioni nelle pratiche religiose e nelle tradizioni alimentari. Secondo i vescovi, il prossimo esecutivo deve garantire a tutti “lavoro, casa, educazione e cibo. Il governo deve creare una società libera dalla fame, alleviare la povertà, proteggere i contadini, promuovere l’agricoltura e la cura per le aree rurali”. Tra gli altri suggerimenti: rispettare le feste religiose di tutte le comunità; dare autonomia alle scuole, evitando il controllo centralizzato e la zafferanizzazione dell’istruzione (rilettura dei fatti storici in chiave apologetica del nazionalismo indù).

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