05/12/2017, 10.31
MYANMAR-THAILANDIA
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In cinque mesi, oltre 155mila lavoratori birmani irregolari tornati dalla Thailandia

L’esodo causato dalla paura per una nuova legge sul lavoro del governo di Bangkok. Multe tra i 1000 e i 2mila euro per tutti gli stranieri senza regolare permesso e pene fino a cinque anni di carcere. L'afflusso ha sovraccaricato le agenzie sociali ed il valico di frontiera tra Myanmar e Thailandia. I migranti di ritorno vittime di  estorsione da parte delle forze di sicurezza thai. In Thailandia presenti circa 4-5 milioni di lavoratori migranti e 1 milione di illegali.

Naypyitaw (AsiaNews/Agenzie) – Negli ultimi cinque mesi, un totale di 155.169 lavoratori migranti senza documenti sono tornati in Myanmar dalla Thailandia. È quanto riferisce un comunicato pubblicato ieri dal ministero degli Affari interni di Naypyitaw. Tra i rimpatriati, che hanno fatto ritorno nel Paese durante il periodo compreso tra il 29 giugno ed il 3 dicembre, vi sono 66.980 lavoratrici.

I migranti irregolari birmani hanno cominciato a rientrare in Myanmar dalla fine di giugno, sebbene le autorità thailandesi abbiano ritardato la piena applicazione di una nuova legge sul lavoro introdotta a fine giugno. La nuova legge, approvata dal governo militare di Bangkok lo scorso 23 giugno, stabilisce multe tra i 1000 e i 2mila euro per tutti gli stranieri senza regolare permesso e pene fino a cinque anni di carcere.

Tra il 23 e il 28 giugno, circa 60mila immigrati hanno lasciato la Thailandia per paura delle sanzioni. In seguito alle notizie dell'esodo, il 30 giugno la giunta militare ha promesso un rinvio di 120 giorni nell'esecuzione di parti del decreto, incluse le ammende fino a 800mila baht (23.500 euro circa) per i datori di lavoro che assumono lavoratori stranieri non registrati. Quello birmano è il gruppo etnico più colpito dal provvedimento, ma numerosi sono anche i cittadini di Laos e Cambogia fuggiti dal Paese.

L'afflusso ha sovraccaricato le agenzie sociali ed il valico di frontiera tra Myanmar e Thailandia, spingendo le autorità di Bangkok a limitare il numero di attraversamenti a sole 100 persone al giorno. Ciò causa serie difficoltà a molti migranti birmani, che non hanno abbastanza cibo e non trovano alloggio durante l’attesa per l'attraversamento del confine. Una volta rientrati, i lavoratori sono accolti dai funzionari del ministero del Lavoro del loro Paese. Questi ultimi hanno raccolto numerose denunce dei migranti di ritorno, che affermano di esser stati vittime di estorsione da parte dei funzionari thai in diversi posti di blocco del distretto di Muang, nella provincia di Tak.

L’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Iom) riporta che in Thailandia sono presenti circa 4-5 milioni di lavoratori migranti, a cui si aggiungono 1 milione di illegali, soprattutto birmani. Dalla presa di potere in un colpo di stato del 2014, la giunta governativa ha condotto diverse campagne per regolarizzare la forza lavoro straniera, spinta in parte dai rapporti dei media sullo sfruttamento dei lavoratori non regolamentati da parte dei datori di lavoro.

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