In Uttar Pradesh per convertirsi bisogna chiedere al giudice
Approvata una legge che rende la conversione religiosa un reato non estinguibile su cauzione. Il vescovo di Lucknow: “La legge anti-conversione va contro il diritto fondamentale di professare, praticare e diffondere la propria religione”. “Astutamente, ‘Ghar wapasi’ (la riconversione all’induismo, n.d.r.) non è considerata una conversione forzata mentre in realtà è lì che la forza, le intimidazioni e le minacce vengono usate per riconvertirsi”.
Mumbai (AsiaNews) - L'Assemblea dell'Uttar Pradesh il 24 febbraio ha approvato la controversa The Uttar Pradesh Prohibition of Unlawful Religious Conversion Bill, 2021 contro la conversione religiosa attraverso il matrimonio, l'inganno, la coercizione o l'attrazione.
La nuova legge nello Stato rende la conversione religiosa un reato non estinguibile su cauzione, con pene fino a 10 anni di carcere per chi è ritenuto colpevole di usare il matrimonio per costringere qualcuno a cambiare religione. La violazione delle disposizioni di legge prevede una pena detentiva da uno a cinque anni con una pena di Rs 15.000 (circa 170 euro) per la conversione religiosa forzata. Per le conversioni di minori e donne della comunità di Scheduled Castes e Scheduled Tribes, ci sarà una pena detentiva da tre a 10 anni con una penalità di Rs 25.000 (circa 280 euro). In caso di conversioni di massa forzate, l'ordinanza prevede una pena detentiva da tre a 10 anni con una multa di Rs 50.000 (circa 562 euro).
Secondo la nuova legge, poi, se un individuo vuole sposarsi dopo essersi convertito a qualsiasi altra religione, dovrà richiedere il permesso al magistrato distrettuale due mesi prima del matrimonio.
Il vescovo della diocesi di Lucknow, Gerald Mathias, ha dichiarato ad AsiaNews: “La legge anti-conversione va contro il diritto fondamentale di professare, praticare e diffondere la propria religione. Va contro la libertà fondamentale di una persona di scegliere e praticare una religione di propria scelta. È un diritto concesso da Dio basato sulla legge naturale e garantito dalla Costituzione. È assurdo dover ottenere il permesso dal magistrato se ci si vuole convertire a un'altra religione. Inoltre rende i matrimoni interreligiosi quasi impossibili, privando così gli adulti della libertà di scegliere il proprio partner”. “Astutamente, ‘Ghar wapasi’ (la riconversione all’induismo, n.d.r.) non è considerata una conversione forzata mentre in realtà è lì che la forza, le intimidazioni e le minacce vengono usate per riconvertirsi. L'intenzione fondamentale della legge è quella di vietare e proibire ogni conversione, anche quella volontaria”.
“La legge può essere facilmente ignorata o abusata e vi sono già diversi casi simili, recente è la falsa accusa contro una preside, suor Bhagya SD, della Sacred Heart Convent School, una scuola cattolica nel Madhya Pradesh”.
Da parte sua, Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic) ha dichiarato ad AsiaNews: “La nuova norma, è stata promulgata il 24 febbraio e poche ore dopo la sua promulgazione, è stato registrato un caso ai sensi della nuova legge. Questa non solo sarà usata in modo improprio, ma darà potere agli estremisti di destra e agli elementi antisociali con un senso di impunità per molestare, intimidire e compiere violenze contro le minuscole minoranze cristiane”.
“Ad oggi, nessun individuo è stato condannato per conversioni forzate in India. Questo nonostante il fatto che alcune leggi anti-conversione siano presenti dal 1967”.
“Lo spauracchio della conversione è solo una propaganda per istituzionalizzare il comunalismo, la costruzione di una identità nazionale religiosa. I dati del censimento governativo, rivelano una stagnazione o un calo della popolazione cristiana del Paese: nel 1951, al primo censimento, i cristiani costituivano il 2,3% della popolazione indiana. Secondo il censimento del 2011, l'ultimo censimento disponibile, i cristiani rappresentano ancora il 2,3% della popolazione”.
“Questa nuova disposizione provocherà attacchi da parte di gruppi di estremisti sulla base di accuse di conversione false e fabbricate e la polizia arresterà le vittime piuttosto che gli istigatori della violenza”.
“Nell'India laica, questa nuova legge è contraria ai principi di una democrazia costituzionale sanciti dall'articolo 25 che garantisce a tutti i cittadini la libertà di coscienza, la libertà di professare, praticare e propagare la religione. Forse, tutti i cittadini non sono uguali, soprattutto il 2,3% della popolazione cristiana indiana che ora sono fatti divenire cittadini di seconda classe".