07/10/2014, 00.00
COREA
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Il viaggio della troika a Seoul, "bandiera bianca" sul regime dei Kim

Una fonte cattolica, anonima per motivi di sicurezza, analizza la visita dei tre altissimi funzionari nordcoreani nella parte Sud della penisola: "Non c'è nulla di sicuro, ma di certo Pyongyang non vuole finire nelle mani di Cina o Russia. Per questo ha bisogno dell'aiuto sudcoreano: sono allo stremo anche dal punto di vista politico". Intanto le due nazioni continuano a provocarsi: scambi di colpi sul Mar Giallo.

Seoul (AsiaNews) - La visita a sorpresa di tre funzionari di altissimo rango della Corea del Nord alla parte sud della penisola "potrebbe essere letta come una bandiera bianca sul regime dei Kim. Per quanto sia difficile fare ipotesi sulla reale condizione di salute del dittatore Kim Jong-un, di certo qualcosa sta succedendo. E potrebbe essere l'inizio della fine del governo stalinista". Lo dice ad AsiaNews una fonte cattolica coreana, che opera in entrambi i lati del confine, anonima per motivi di sicurezza.

Anzitutto, spiega la fonte, "potrebbe essersi trattato di un viaggio teso a mettere in sicurezza l'autonomia del Nord. Pensiamo a una situazione in cui Kim Jong-un sia incapace di governare: i tre di fatto dicono che si preparano a gestire la situazione, e nello stesso tempo chiedono a Seoul di agire come un paracolpi per loro. Con l'aiuto del Sud, ritengono di essere in grado di rimettere la nazione in carreggiata e dare il via a una transizione politica".

C'è poi la possibilità che "si tratti di una resa. Se la Corea del Nord ha perso del tutto la possibilità di sostenersi, allora non può sostenere neanche l'attuale sistema politico. Quindi chiedono a Seoul di agire in maniera attiva nel Nord: una unificazione di fatto".

Infine "l'ultimo scenario dice che il Nord vuole divenire una Repubblica autonoma neutrale, una sorta di 'Svizzera' dell'Asia nord-orientale. Russia e Cina attendono da tempo il momento giusto per annettere quei territori, e Pyongyang - che non vuole una riunificazione brusca con il Sud - ha bisogno di un garante e pensa agli Stati Uniti. In pratica il Nord potrebbe aver chiesto a Seoul di intercedere con Washington per loro, in modo da tenere lontani da Mosca e Pechino".

"Si tratta di tre ipotesi, scenari potenziali - conclude la fonte - ma che hanno tutti un punto in comune: Pyongyang non vuole finire nelle mani degli ingombranti vicini. Quindi ha bisogno dell'aiuto di Seoul, perché al momento non ha modo di mantenere rapporti amichevoli con nessuna nazione del mondo".

Nel frattempo, la tensione fra i due Paesi confinanti resta alta. Questa mattina, sulla linea di confine marittima (non riconosciuta da Pyongyang), alcune motovedette del Nord e del Sud si sono affrontate e hanno sparato colpi di arma da fuoco, senza conseguenze.

Secondo lo Stato maggiore di Seoul, un'unità della marina di Pyongyang "ha attraversato la Northern Limit Line finendo nelle acque territoriali del Sud. Per sollecitarne il ritiro, i nostri militari hanno inviato messaggi e sparato un colpo di avvertimento. Il Nord a sua volta ha replicato con degli spari piuttosto che ritirarsi, e ci ha costretto a fare fuoco di nuovo. Poi la nave è andata via".

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