05/12/2019, 12.50
FILIPPINE
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Il tifone Tisoy lascia le Filippine dopo aver causato almeno 13 morti

La tempesta ha toccato terra quattro volte, lasciando diverse aree del Nord in stato di calamità. Le persone colpite sono 413.833 in 1.788 villaggi. La Caritas è ancora impegnata per i terremotati di Mindanao: “Questa volta temiamo di non poter offrire un aiuto economico adeguato”.

Manila (AsiaNews) – Tisoy (Kammuri), un tifone al suo apice, è stato declassato a depressione tropicale quando stamane ha lasciato l'Area di responsabilità filippina (Par), lasciandosi dietro morte e distruzione nel nord del Paese: le vittime sono almeno 13, i feriti 34 e le persone colpite oltre 413mila. Lo annunciano le autorità di Manila, avvertendo che il bilancio potrebbe aggravarsi. Nel bollettino rilasciato questa mattina alle 11, l’Amministrazione filippina per i servizi atmosferici, geofisici ed astronomici (Pagasa) riferisce che Tisoy si trova oltre 705 chilometri a nord-ovest di Coron (nella provincia di Palawan). I venti massimi sono scesi a 55 km/h, mentre l’intensità delle raffiche è di 70 km/h. Al momento del suo primo approdo sul territorio filippino (due giorni fa), Tisoy portava con sé venti massimi di 175 km/h e raffiche fino a 240 km/h.

La tempesta ha toccato terra quattro volte, lasciando diverse aree dell’isola di Luzon e dell’arcipelago delle Visayas in stato di calamità. Il Consiglio nazionale per la riduzione e gestione del rischio di disastro (Ndrrmc) dichiara che le persone morte risiedevano nelle regioni di Mimaropa, Eastern Visayas e Calabarzon. L’Ndrrmc afferma che Tisoy ha colpito un totale di 95.385 famiglie (o 413.833 persone) in 1.788 barangays (villaggi) di Central Luzon, Calabarzon, Mimaropa, Bicol e Visayas orientale. Delle persone colpite, 83.848 famiglie (o 364.003 persone) hanno trovato rifugio nei centri di evacuazione. Le case danneggiate sono 8,749, di cui 1.200 quasi distrutte. La maggior parte di queste si trova a Bicol e Mimaropa. In totale, gli istituti scolastici colpiti sono almeno 135. Tisoy ha devastato anche i raccolti agricoli nelle regioni di Bicol e Oriental Mindoro. I primi resoconti parlano di perdite pari a 811,5 milioni di pesos (14,4 milioni di euro).

I danni causati dal tifone Tisoy “sono davvero estesi, ma il governo sta facendo il proprio lavoro e in questa occasione ha dimostrato prontezza”. Lo dichiara ad AsiaNews p. Edwin Gariguez, segretario esecutivo di (Nassa)/Caritas Filippine – il braccio umanitario della Conferenza epicopale (Cbcp). “La nostra organizzazione – afferma il sacerdote – sta rispondendo all’emergenza coordinandosi con le diocesi dei territori maggiormente colpiti. Membri ed unità locali sono addestrati e preparati ad affrontare la crisi in modo efficace. Nell’arcidiocesi di Cáceres e la diocesi di Legazpi (entrambe a Bicol) abbiamo già condotto un programma per la gestione della mobilitazione dei volontari, grazie al quale ora queste comunità possono prestare i primi aiuti alla popolazione e valutare i danni. Anche altre diocesi a Luzon e nelle Visayas sono interessate dall’emergenza”.

In questi giorni, la Caritas ha rilasciato circa 10mila dollari Usa come “fondo di riserva” per le diocesi che necessitano di assistenza. Ieri, il braccio umanitario della Chiesa filippina ha reso pubbliche le coordinate bancarie (foto 2) per le offerte da devolvere alle iniziative di contrasto all’emergenza Tisoy. “Al momento – dichiara p. Gariguez – la maggior parte delle nostre risorse sono concentrate sui terremotati di Mindanao. Questa volta temiamo di non poter offrire un aiuto economico adeguato alla popolazione, perché vi è un altro problema: poiché siamo verso la fine dell’anno, molti dei nostri partner finanziatori stanno chiudendo i libri contabili. Inoltre, alcuni dichiarano di esser stati colpiti dal recente scandalo degli abusi sessuali nella Repubblica Centrafricana”.

Negli ultimi anni, Caritas Filippine si è impegnata ad avere una presenza capillare sul territorio nazionale. “Per questo motivo – conclude il segretario esecutivo – attraverso i nostri programmi di formazione cerchiamo di responsabilizzare ciascuna comunità nella risposta ai disastri. È parte del ministero e della missione della Chiesa preparare e rafforzare la popolazione. In ogni diocesi abbiamo un gruppo di azione sociale della Caritas: insistiamo molto su una strategia localizzata. Tuttavia, siamo sempre pronti a sostenere le diocesi più povere, che non possono contare su adeguate risorse economiche”. (PF)

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