18/12/2017, 10.14
CINA
Invia ad un amico

Hua Yong augura buon compleanno alla figlia prima di essere arrestato dalla polizia (Video)

di Hua Yong

L’artista e attivista per i diritti umani è stato preso dalle forze dell'ordine lo scorso 15 dicembre sera per aver pubblicato sui social alcuni video sulle demolizioni e le espulsioni di lavoratori migranti dalle periferie di Pechino.  “Sono pronto anche ad essere martirizzato, non mi importa…perché vale pena per i nostri figli e per la libertà di parola”.

Pechino (AsiaNews) – “Fuori ci sono tanti poliziotti… fra poco sfonderanno la porta e io dovrò andare con loro. Approfitto degli ultimi minuti per cantare una canzone per te: tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri bambina mia, tanti auguri a te!”. Sono le parole che Hua Yong, artista di Pechino, indirizza alla figlia che oggi dovrebbe compiere 3 anni. Suo papà è stato arrestato proprio poco dopo che lui ha cantato fra le lacrime e con un groppo alla gola la canzoncina di buon compleanno. Hua Yong spiega alla figlia che rischia la vita, fino al martirio, per “la libertà di parole e la democrazia”, “perché vale pena per i nostri figli”.

Come spiega nel resto del video, che pubblichiamo integrale (con traduzione nel testo qui sotto), Hua Yong è “colpevole” di aver girato alcuni video sulle distruzioni e le espulsioni avvenute nella periferia di Pechino, dopo l’incendio di un edificio il 18 novembre scorso, che ha portato alla feroce campagna di “pulizia della capitale dalla popolazione più bassa”, ossia l’espulsione e la cacciata di centinaia di migliaia di lavoratori migranti, che per anni hanno fatto la ricchezza della città, con l’offerta di manodopera  a basso costo, e che oggi vengono ricacciati nella miseria delle campagne.

Hua Yong, 48 anni, non è nuovo a questo tipo di attivismo sociale. Nel 2012 si è espresso in una performing art in piazza Tiananamen e a causa di ciò è stato rinchiuso un anno e tre mesi in un campo di lavoro forzato.

Il video è composto di tre parti, girate in diversi momenti. Il primo, quello in cui egli augura buon compleanno alla sua bambina, è stato girato il 15 dicembre scorso. Vi è poi una seconda parte, in cui Hua Yong spiega la sua situazione. Una terza parte è fatta da messaggi che si scambiano gli attivisti impegnati a denunciare le demolizioni e le espulsioni.

Prima parte

Salve amici, sono Hua Yong, sono nascosto a casa di un mio amico a Tianjin, ma sfortunatamente mi hanno trovato., Hanno appena bussato alla porta e mi hanno detto che sono poliziotti di Tianjin. Tra poco, troveranno anche il mio amico. Sono già pronto per essere imprigionato perché non ho fatto niente di male: ho soltanto registrato e riportato delle realtà. Non ho mai immaginato… Nonostante sia fuggito da Pechino fino a Yanjiao, da Yanjiao a Tianjin, mi hanno trovato lo stesso. Ora sono un po’ nervoso, come vedete mi sono rasato la barba e ho tinto i cappelli, ma ancora non sono riuscito a sfuggire da questa rete autoritaria ed invisibile. In questo momento, sono molto preoccupato per il mio amico, non so che fine farà, anche se lui non sa cosa ho fatto. Mi hanno seguito da Pechino Daxing a Tongzhou, da Tongzhou a Yanjiao. Dal 7 dicembre fino ad oggi 15 dicembre, sono passati 8 giorni, alla fine, mi hanno trovato a Tianjin. Il mio amico mi ha detto che posso aprire la porta, ma io non la apro. Perché lui è il proprietario, io posso andare via con loro. Spero che tutti voi possiate dare attenzione a Hua Yong e alle sue esperienze assieme alle conseguenze di coloro che hanno avuto il coraggio di parlare in Cina. Se finisco in carcere, forse è meglio, almeno non avrò più problemi. Io ho detto che non vado via dalla Cina, amo il mio Paese e amo il mio popolo. Tu mi proibisci di dire la verità, ma non mi importa, io la devo dire comunque.  

Ancora c’è tempo. Dico qualcosa di più, non vado fuori dalla Cina, perché non ho fatto niente di male. Nella Costituzione della Repubblica Popolare Cinese, troviamo la libertà di parola e la libertà di informazione, io Hua Yong, ho registrato solo qualche video e messo su internet, non ho fatto nessun male, quindi, non vado fuori dalla Cina. Anche se dovessi morire, morirei nel mio Paese, qui ci sono il mio popolo, la mia cultura, i miei parenti, i miei genitori e la mia figlia. Mi dispiace molto perché il 18 del mese, esattamente tra tre giorni, sarà il compleanno di mia figlia.

Cara figlia, questa volta non posso venire alla tua festa. Avevo pensato di registrare un video e cantare una canzone per te nel giorno del tuo compleanno, ma credo che neanche questo possa realizzarsi. Allora adesso canto per te. Ci sono tanti poliziotti fuori; ora hanno trovato pure il mio amico, tra poco sfonderanno la porta e dovrò andare via con loro, approfitto degli ultimi minuti per cantare una canzone per te: Happy birthday to you, happy birthday to you, happy birthday my baby, happy birthday to you. Ho fatto tutto per te e per la tua generazione e spero che voi non abbiate più certe esperienze come me e come il tuo nonno. Prego per il bene, per il nostro Paese: equità, giustizia, libertà, in particolare libertà di parole e democrazia. Il mio desiderio è che ciascuno di noi possa dire la verità in pubblico, rischiando anche il proprio corpo, vorrei difender il diritto di noi cittadini, il diritto di essere un uomo vero.

Figlia mia, ti amo, buon compleanno, devi mangiare di più e imparare bene l’inglese con mamma, appeno sarò libero, andiamo insieme a girare il mondo, va bene? Ti amo, Hua Qingchen [manda un bacio]. Mi ricordo che qualche giorno fa, abbiamo chiacchierato sul cellulare, ma non sono riuscito a vederti a causa del malfunzionamento del cellulare del nonno. Ti amo…Hua Yong, io, ho fatto [questo] per te e per la vostra generazione, viviamo veramente sotto la pressione, il popolo cinese deve alzarsi, sono pronto anche ad essere martirizzato, non mi importa…perché vale pena per i nostri figli e per la libertà di parola.

Stavo cucinando, ma ora stanno bussando di nuovo alla porta.

Hua Yong: Voi chi siete e cosa volete?

Poliziotto: Ora parli, ma sei un uomo?

H: Cosa fate? Bussate alla porta la sera.

P: Siamo poliziotti.

H: Non sono il proprietario di casa, l’ho già chiamato.

P: Come ti chiami? Sei Hua Yong?

H: Si, sono io.

P: Ma sei un uomo?

H: Che c’entra essere un uomo o no?

P: Dove vuoi nasconderti? Ti pare interessante così?

H: Non voglio andare da nessuna parte.

P: Apri la porta e chiacchieriamo un po’.

H: Sono venuto qui a trovare un mio amico, cosa volete da me?

P: Io sono un poliziotto locale, apri la porta.

H: Voi siete poliziotti di Tianjin?

P: Siamo di Pechino, ti cerchiamo e sai bene cosa vogliamo da te.

H: Di che parte di Pechino siete?

P: Siamo poliziotti del municipio di Pechino, apri la porta e ne parliamo.

H: La porta è chiusa e io non ho la chiave.

P: Non dire le bugie.

H: Tra poco torna il mio amico.

P: In questa vicenda non c’entra il tuo amico, tu sei in questa situazione e vorresti ancora coinvolgere il tuo amico?

H: No… ma non ho la chiave

dopo un istante

P: Tutto bene?

H: Non ho la chiave e il mio amico sta rientrando.

P: Nu non hai la chiave e come hai chiuso la porta?

H: No, questa porta…

P: Basta con le sciocchezze; quando torna, il tuo amico non ti potrà salvare.

H: Cosa ho fatto? Lui mi deve salvare?

P: Ti pare interessante così?

H: Vado a cucinare, sta bruciando la mia cena. Non posso aprire la porta, qui è la casa del mio amico.

P: Apri la porta, prima o in poi devi aprire e il tuo amico ora torna.

H: Cosa mi volete dire?

P: Non ci vedi da casa tua?

H: Non vi vedo.

P: Vedi dallo spioncino.

H: Bo, non vi vedo, sto cucinando e vado a vedere un attimo.

H: ora non bussano più. In effetti sto cucinando quello che è rimasto di ieri, l’ho semplicemente riscaldato, mi sento in debito col fratello Li. Alloggio a casa del fratello Li, non so cosa gli succederà. Fratello Li, sei stato sfortunato ad avermi conosciuto, ma tu neanche sai in verità cosa mi è successo. Pensavo che non avessero il coraggio di arrestarmi, perciò non ti ho detto nulla, se ti facessero qualcosa di male, sarebbe veramente ingiusto.

 

Seconda parte

Report dell’11 dicembre 2017

Salve amici, non avevo pensato che la situazione potesse peggiorare così tanto. Decido di non andare all’estero, ma dovrei affrontare di seguito sempre i crescenti pericoli che include l’arresto o l’essere ucciso. Ma non voglio andare all’estero. Quando stavo in Thailandia, diversi amici mi suggerivano di non tornare più in Cina, e in quel momento, ho scritto due poesie dal titolo: Voglio tornare al mio Paese. Questo è il mio Paese, anche se ci fosse l’uccisione o l’arresto, vorrei rimanere ugualmente nella mia terra. Se un giorno Hua Yong sparisce, mi auguro che il mio sangue possa risvegliare più persone, il popolo cinese possa avere una vita vera, libera, giusta, pacifica, ricca e forte ed ogni cinese possa godere il diritto di cittadino. Sono sicuro che il mio Paese sarà sempre migliore. Ho visitato tanti Paesi  sono convinto che il popolo cinese è il popolo migliore, e il popolo più diligente e il popolo che supporta tanti sacrifici. Nonostante la sottomissione, il popolo cinese ha potuto sviluppare il proprio Paese. Allora, quando la Cina si alzerà, come ha detto Napoleone, sarà veramente un leone. So che la mia situazione attuale è molto grave, probabilmente questo è anche l’ultimo video che faccio, perché ho portato conseguenze negative sui miei cari amici e i loro parenti. Quindi, da oggi in poi, smetterò di aggiornare ulteriormente, mi nasconderò in qualche posto, anche se questa scomparsa è a sua volta pericolosa, poiché subirò probabilmente l’uccisione o l’arresto. Nessuno potrà più avere mie notizie, vivo o morto, libero o in prigione…

Colgo l’occasione per augurare buon compleanno a mia figlia: “happy birthday to you, happy birthday to you, happy birthday Hua Qingchen, happy birthday to you. Buon compleanno e tanti auguri, figlia mia.

 

 

 Terza parte

alle 11 di sera 10 dicembre, ci sono 5 nuovi arrestati a Xinjian Cun新建村,

Messaggi vocali sul wechat:

— è tornato? Xiao Dongzi

— no, non è tornato, è stato arrestato

— forse ci sono anche altri, non ho visto, ho visto solo l’arresto di Xiao Dongzi

— verrà un gruppo di poliziotti stasera

— ci sarà un altro gruppo che va a Xinjian Huayuan

— ascoltate, se volete salvare le vostre case, dovreste rimanere a casa! Lasciate perdere carboni e soldi, perché altrimenti avranno le scuse per distruggere le vostre case

— lasciate perdere, non parlate ulteriormente, l’importante è [capire] come si può salvare queste persone arrestate. A che serve questo gruppo chat, lo cancelliamo tra un po’

— appena detto questo, nessuno dice più niente? Non serve a niente questo gruppo

— sto con il bimbo, non ho tempo di parlare

— pensiamo insieme qualche soluzione

— penso che loro vogliano fare il bene per noi poveri. Temono che il governo non faccia nulla per noi, perciò hanno fatto così

— penso che dobbiamo trovare un avvocato per loro e tramite le procedure giuridiche, il problema si chiarisca. Possiamo anche organizzare una donazione per loro almeno per le spese del loro avvocato

— Zhongyuan, queste persone hanno l’età media di oltre 50, anche la salute di queste persone è preoccupante. Non hanno fatto mai male a nessuno

— non cancelliamo il gruppo, dobbiamo risolvere il problema prima

— siamo già arrivati a questo punto, loro sono in carcere e voi pensate di uscire dal gruppo wechat?

— una decina di persone sono già uscite

— quanto dobbiamo spendere? dividiamo insieme

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Hua Yong rilasciato su cauzione: è sotto controllo, ma ha festeggiato il compleanno di sua figlia
19/12/2017 08:38
Avvistata in un porto somalo la petroliera saudita dirottata
18/11/2008
Cade tabù: accesso al welfare per i lavoratori che migrano in città dalle campagne
30/01/2023 12:09
Pechino, anche nel 2020 continua il crollo delle nascite
10/02/2021 09:05
Il mondo ha un nuovo decano: il giapponese Kimura è il più anziano di tutti
28/12/2012


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”