Hanoi: presto a processo gli attivisti e studenti cattolici arrestati
di J.B. An Dang
Secondo le autorità sono colpevoli di “sovvertire il governo del popolo”. Rinchiusi in un carcere della capitale, avrebbero mantenuto legami con il Viet Tan, partito fuorilegge con base negli Usa. Ma il segretario smentisce. Sacerdote redentorista: continueremo la protesta contro abusi e violazioni dei diritti umani. Fiaccolate dei cattolici in tutto il Paese.
Hanoi (AsiaNews) – Saranno processati a breve, con l’accusa di aver tentativo di “sovvertire il governo del popolo”, i cristiani vietnamiti sequestrati in gran segreto dalla polizia nelle scorse settimane. Nell’ultimo mese Hanoi ha operato un giro di vite contro la dissidenza, procedendo a decine di arresti. Fra i fermati anche diversi cattolici e protestanti, che dimostravano contro le confische dei terreni della Chiesa e la “sudditanza” dell’esecutivo verso Pechino, nella disputa sui confini nel Mar cinese meridionale.
Nei giorni scorsi la polizia ha confermato che i cattolici della diocesi di Vinh, arrestati a fine luglio, sono al momento detenuti nel campo di permanenza temporanea 14 B ad Hanoi. A breve cinque di loro compariranno davanti ai giudici “per aver lavorato nel tentativo di rovesciare il governo del popolo”, in base alla clausola 2, articolo 79 del Codice penale del Vietnam. Essi sono: Peter Ho Duc Hoa (37 anni), Jean Baptiste Nguyen Van Oai (31), Francis Dang Xuan Dieu (32), Peter Nguyen Xuan Anh (29) e Joseph Nguyen Van Duyet (31).
Fra i capi di imputazione, i cinque sarebbero anche colpevoli di “essersi uniti la Partito riformista del Vietnam” (il Viet Tan, con base negli Stati Uniti), e di aver cospirato per far cadere governo e partito comunista “mediante il metodo della non-violenza”. Tuttavia, nei giorni scorsi il segretario del Viet Tan – Ly Thai Hung, interpellato dalla BBC – ha smentito con forza qualsiasi legame fra i cattolici arrestati e il suo movimento.
Nelle ultime settimane Hanoi ha arrestato e processato molti attivisti, sfruttando la vasta eco dei media per promuovere “false accuse” nei loro confronti e gettare discredito sul loro operato. A denunciare i metodi oppressivi del governo vi è anche p. Le Ngoc Thanh, portavoce dei Redentoristi vietnamiti, che chiede il rilascio immediato e senza condizioni dei cattolici imprigionati. Guardando “al Cristo risorto”, afferma il sacerdote ad AsiaNews , “manteniamo alta la nostra voce” contro “le violazioni alla legge della polizia, che ferma e getta in galera i cittadini”. E aggiunge: “stanno trasformando una nazione pacifica in un luogo in cui sequestri e terrorismo sono il pane quotidiano”.
Fonte vicine alle famiglie degli arrestati rivelano che i congiunti possono ricevere cibo e abiti, ma non libri di preghiere. Nonostante tutto, il loro spirito e la fede resta alta. Nello stessa prigione di Hanoi sarebbe inoltre richiuso il giornalista cattolico Paulus Le Son, arrestato il 3 agosto, anch’egli con l’accusa di essersi unito al Viet Tan. Gli studenti cattolici Peter Nguyen Huu Duc, Anthony Dau Van Duong e Anthony Chu Manh Son sarebbero invece custoditi nel carcere di Nghi Kim, nella provincia di Nghe An. Resta ancora ignota la sorte di due giovani studenti protestanti, Do Thi Luong e Anh Hung.
Per chiedere il rilascio di attivisti e studenti cattolici e protestanti, fedeli e semplici cittadini hanno organizzato fiaccolate di protesta e veglie di preghiera in tutto il Vietnam.
Nei giorni scorsi la polizia ha confermato che i cattolici della diocesi di Vinh, arrestati a fine luglio, sono al momento detenuti nel campo di permanenza temporanea 14 B ad Hanoi. A breve cinque di loro compariranno davanti ai giudici “per aver lavorato nel tentativo di rovesciare il governo del popolo”, in base alla clausola 2, articolo 79 del Codice penale del Vietnam. Essi sono: Peter Ho Duc Hoa (37 anni), Jean Baptiste Nguyen Van Oai (31), Francis Dang Xuan Dieu (32), Peter Nguyen Xuan Anh (29) e Joseph Nguyen Van Duyet (31).
Fra i capi di imputazione, i cinque sarebbero anche colpevoli di “essersi uniti la Partito riformista del Vietnam” (il Viet Tan, con base negli Stati Uniti), e di aver cospirato per far cadere governo e partito comunista “mediante il metodo della non-violenza”. Tuttavia, nei giorni scorsi il segretario del Viet Tan – Ly Thai Hung, interpellato dalla BBC – ha smentito con forza qualsiasi legame fra i cattolici arrestati e il suo movimento.
Nelle ultime settimane Hanoi ha arrestato e processato molti attivisti, sfruttando la vasta eco dei media per promuovere “false accuse” nei loro confronti e gettare discredito sul loro operato. A denunciare i metodi oppressivi del governo vi è anche p. Le Ngoc Thanh, portavoce dei Redentoristi vietnamiti, che chiede il rilascio immediato e senza condizioni dei cattolici imprigionati. Guardando “al Cristo risorto”, afferma il sacerdote ad AsiaNews , “manteniamo alta la nostra voce” contro “le violazioni alla legge della polizia, che ferma e getta in galera i cittadini”. E aggiunge: “stanno trasformando una nazione pacifica in un luogo in cui sequestri e terrorismo sono il pane quotidiano”.
Fonte vicine alle famiglie degli arrestati rivelano che i congiunti possono ricevere cibo e abiti, ma non libri di preghiere. Nonostante tutto, il loro spirito e la fede resta alta. Nello stessa prigione di Hanoi sarebbe inoltre richiuso il giornalista cattolico Paulus Le Son, arrestato il 3 agosto, anch’egli con l’accusa di essersi unito al Viet Tan. Gli studenti cattolici Peter Nguyen Huu Duc, Anthony Dau Van Duong e Anthony Chu Manh Son sarebbero invece custoditi nel carcere di Nghi Kim, nella provincia di Nghe An. Resta ancora ignota la sorte di due giovani studenti protestanti, Do Thi Luong e Anh Hung.
Per chiedere il rilascio di attivisti e studenti cattolici e protestanti, fedeli e semplici cittadini hanno organizzato fiaccolate di protesta e veglie di preghiera in tutto il Vietnam.
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