Giustizia e pace: Fondamentalismo religioso e neo-liberismo, le sfide della Chiesa indiana
Bangkok (AsiaNews) – L’India attraversa “una crisi a livello nazionale a causa della storia passata del partito di governo [nazionalista indù] e della sua propensione a portare avanti tumulti sociali che hanno come obiettivo le minoranze religiose. Vi è un’azione crescente, diffusa e ben pianificata che mira a stroncare e sopprimere la libertà di culto delle minoranze religiose nel Paese”. Questa la situazione presentata da p. Charles Irudayam, segretario esecutivo dell’Ufficio della Conferenza episcopale dell’India (Cbci) per la Giustizia, la pace e lo sviluppo (Ojpd), alla conferenza internazionale su “Pace e riconciliazione nel contesto dell’Asia”. L’evento (7 – 11 aprile 2015) si svolge al centro pastorale dei Camilliani a Bangkok (Thailandia). Nel suo intervento, il sacerdote traccia una breve storia di come è nato e opera l’Ojpd in India: dal sostegno alle fasce sociali più deboli, alla giustizia ambientale; dall’emancipazione della donna, alla ricerca della giustizia per le vittime di persecuzione religiosa, come i cristiani dopo i pogrom dell’Orissa nel 2008. Di seguito, pubblichiamo alcuni estratti della relazione di p. Irudayam. (Traduzione a cura di AsiaNews)
Introduzione
Gesù ha proclamato a tutta l’umanità la Buona novella della salvezza. Al cuore di questa Buona novella vi era la concezione di Gesù del Regno di Dio – un Regno che avrebbe assicurato giustizia ai profanati e ai vulnerabili. Egli disse ai suoi discepoli di cercare il Regno e la giustizia di Dio (Mt 6:33). Creare un Regno di virtù deve essere la sola preoccupazione dei suoi fedeli. Questa è la dimensione sociale del messaggio del Vangelo. Questa dimensione sociale è “ineludibile” secondo Papa Francesco (Evangelii Gaudium, n. 258). Ovviamente, questa missione sociale è una sfida quanto mai attuale per tutti i discepoli di Gesù.
Nel tentativo di rispondere con efficacia a quella sfida, il Concilio Vaticano II aveva ritenuto “assai opportuna la creazione d’un organismo della Chiesa universale, al fine di fomentare dovunque la giustizia e l’amore di Cristo verso i poveri. Tale organismo avrà per scopo di stimolare la comunità cattolica a promuovere lo sviluppo delle regioni bisognose e la giustizia sociale tra le nazioni” (Gaudium et Spes, n. 90). La raccomandazione del Concilio Vaticano II è stata seguita dall’istituzione del Pontificio consiglio della Giustizia e della pace. Da parte sua, la Conferenza episcopale dell’India (Cbci) ha creato la Commissione per la Giustizia, la pace e lo sviluppo (Justice, Peace and Development Commission) nel 1972. La stessa commissione è ora conosciuta come l’Ufficio episcopale per la giustizia, la pace e lo sviluppo (Office for Justice, Peace and Development – Ojpd).
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L’attuale situazione nazionale
- Fondamentalismo religioso
La situazione nel Paese dopo le elezioni generale di aprile-maggio 2014 indica un’emergente crisi a livello nazionale, a causa della storia passata del partito di governo (Bharatiya Janata Party, Bjp – ndr) e della sua propensione a portare avanti tumulti sociali che hanno come obiettivo le minoranze religiose. Vi è un’azione crescente, diffusa e ben pianificata che mira a stroncare e sopprimere la libertà di culto delle minoranze religiose nel Paese. I programmi di Ghar Wapsi dei gruppi di maggioranza e la loro agenda di induizzazione dei programmi scolastici dimostrano questo movimento, insieme ai violenti attacchi contro cristiani e musulmani e ai loro luoghi di culto.
- Neo-liberismo
Il nuovo partito di governo assomiglia molto al suo predecessore (Congress, ndr) nella promozione di mercati liberalizzati con favori e senza restrizioni per le società d’affari. Il neo-liberismo ha fatto sì che “in questo sistema, che tende a fagocitare tutto al fine di accrescere i benefici, qualunque cosa che sia fragile, come l’ambiente, rimane indifesa rispetto agli interessi del mercato divinizzato, trasformati in regola assoluta” (Evangelii Gaudium, n. 56). Come lo stesso Papa Francesco ha giustamente sottolineato, è nata una nuova tirannia. Questa situazione porterà a uno sfruttamento incontrollato delle risorse naturale, lo sradicamento di milioni di tribali e l’impoverimento di milioni di persone, costringendole a condurre un’esistenza subumana.
- Militarizzazione e corsa alle armi
L’espansione del bilancio militare e una pazza corsa agli armamenti sono stati degli eventi nell’arena indiana. Ma con il belligerante iper-nazionalismo del partito di governo, la pace con i Paesi vicini è diventata molto elusiva. La prospettiva di una guerra appare imminente nell’orizzonte della nazione.
Il bisogno di una rapida e potenziata missione di Giustizia e pace
La situazione nazionale, che non è altro che una crisi, non può essere ignorata dalla Chiesa che ha questo prezioso sogno: “Noi immaginiamo un’India con più caratteristiche del Regno di Dio come giustizia e uguaglianza, con i conseguenti frutti d’amore, pace e gioia”[1].
Papa Francesco afferma che “il compito dell’evangelizzazione implica ed esige una promozione integrale di ogni essere umano. Non si può più affermare che la religione deve limitarsi all’ambito provato e che esiste solo per preparare le anime per il cielo” (Evangelii Gaudium, n. 182).
Il Papa ribadisce che l’obbligo della Chiesa è coinvolgersi negli affari di questo mondo per santificarlo, per salvarlo e per salvarsi: “Di conseguenza, nessuno può esigere da noi che releghiamo la religione alla segreta intimità delle persone, senza alcuna influenza sulla vita sociale e nazionale, senza preoccuparci per la salute delle istituzioni della società civile, senza esprimersi sugli avvenimenti che interessano i cittadini. […] Amiamo questo magnifico pianeta dove Dio ci ha posto, e amiamo l’umanità che lo abita, con tutti i suoi drammi e le sue stanchezze, con i suoi aneliti e le sue speranze, con i suoi valori e le sue fragilità. La terra è la nostra casa comune e tutti siamo fratelli. Sebbene ‘il giusto ordine della società e dello Stato sia il compito principale della politica’, la Chiesa ‘non può e non deve rimanere ai margini nella lotta per la giustizia’” (Evangelii Gaudium, n. 183).
Conclusioni
I fatti, gli eventi e le situazione che sono state discusse sopra ribadiscono il punto che la Chiesa che lotta per fondare il Regno di Dio non può permettersi di ignorare le emergenti sfide alla sua missione sociale. La Chiesa ha bisogno di prepararsi per il suo lavoro e di battersi duramente per attuare “l’ineludibile” dimensione sociale del Vangelo.
Con Papa Francesco, una guida profetica e orientata alla giustizia, la Chiesa cattolica sta dando risposte eroiche alle difficili situazioni nel mondo.
Le dichiarazioni delle ultime due Assemblee plenarie della Cbci forniscono ampie indicazioni delle aspirazioni dei vescovi per rendere la Chiesa il seme del Regno di Dio. Ma le sole aspirazioni non saranno sufficienti; simili aspirazioni dovrebbero essere combinate e accompagnate da sforzi concreti. Ci si può ribellare alla situazione nazionale ed essere testimoni profetici e agenti attivi del Regno di Dio spingendo in modo adeguato e potenziando l’organismo che è stato creato allo scopo: l’Ufficio episcopale per la giustizia, la pace e lo sviluppo. Il mancato potenziamento dell’Ojpd può significare per la Cbci perdere in modo consapevole l’occasione d’oro di dare testimonianza profetica della dimensione sociale del Vangelo, il cui fallimento equivale a non promuovere il Regno di Dio.
(Ha collaborato Shafique Kokhar)
[1] V. “Il ruolo della Chiesa per un’India migliore”, dichiarazione finale della 30ma Assemblea generale della Cbci, Bangalore, 2012, disponibile su http://cbci.in/statements.aspx.