16/08/2019, 08.56
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Gibilterra rilascia la petroliera iraniana diretta in Siria. Sfida gli Usa

La nave era sotto sequestro dal 4 luglio scorso. Ieri la Corte suprema ha ordinato la liberazione, ignorando il monito proveniente dagli Stati Uniti. Il dissequestro potrebbe sbloccare anche la vicenda della petroliera britannica fermata dai Pasdaran nello stretto di Hormuz. Ministro iraniano: dagli Usa atti di “pirateria”. 

Gibilterra (AsiaNews/Agenzie) - È pronta a lasciare il porto di Gibilterra, dopo aver completato le procedure per il cambio di bandiera, la nave iraniana fermata nelle acque dello Stretto il 4 luglio scorso, con l’accusa di trasportare greggio diretto verso la Siria. Ieri la Corte suprema locale ha ordinato il dissequestro della petroliera iraniana, ignorando di fatto il monito degli Stati Uniti che intimavano di mantenere fermo il mezzo. 

A sbloccare la vicenda una rassicurazione scritta dell’Iran alle autorità di Gibilterra, in cui si afferma che l’imbarcazione non si dirigerà verso nazioni “soggette a sanzioni dell’Unione europea”. 

Secondo quanto riferisce Jalil Eslami, capo del Dipartimento iraniano per i porti e la navigazione, “in base alla richiesta del proprietario, la petroliera Grace 1 (nella foto) partirà alla volta del Mediterraneo dopo aver completato le procedure per il cambio di bandiera”. Il mezzo sarà ribattezzato “Adrian Darya” ed è pronto a riprendere il proprio viaggio. 

Ieri la magistratura di Gibilterra aveva concesso alla (ex) Grace 1 di lasciare il porto, sbloccando una vicenda che si trascinava da settimane e aveva innescato la risposta degli ayatollah, che aveva sequestrato una nave britannica nelle acque del Golfo. La petroliera iraniana è stata bloccata alle porte del Mediterraneo dai Marines britannici su segnalazione statunitense, con l’accusa di violare l’embargo posto da Washington su Damasco e il governo di Bashar al-Assad. 

Secondo analisti ed esperti, la partenza del mezzo potrebbe sbloccare anche la vicenda della Stena Impero, la petroliera britannica bloccata a metà luglio nello stretto di Hormuz, in segno di avvertimento di Teheran in direzione Londra. Sullo sfondo resta il braccio di ferro fra Teheran e Washington, innescato nel maggio 2018 dalla decisione del presidente Usa Donald Trump di ritirarsi dall’accordo nucleare (Jcpoa) raggiunto tre anni prima dal predecessore Barack Obama.

Fonti locali riferiscono che il rilascio della nave iraniana è rimasto incerto sino all’ultimo: il Dipartimento di Giustizia americano aveva infatti depositato una istanza alle autorità di Gibilterra, per mantenere in stato di fermo la petroliera. Tuttavia, la stampa locale afferma che il ricorso non sarebbe mai stato presentato in via formale ai giudici competenti. 

L’Iran conferma che il mezzo è pronto e ripartirà a breve. E il ministro degli Esteri della Repubblica islamica Mohammad Javad Zarif non risparmia una stoccata alla Casa Bianca, sottolineando che il tentativo statunitense di bloccare la navigazione costituisce un atto di “pirateria”. 

Il sequestro della Grace 1 a Gibilterra aveva innescato una grave crisi diplomatica fra Londra a Teheran, intensificata il 19 luglio quanto una petroliera battente bandiera britannica - di proprietà svedese - era stata bloccata dai Pasdaran (i Guardiani della rivoluzione) durante la navigazione. Negli ultimi giorni si sono rafforzati i contatti fra i due governi e la svolta delle ultime ore potrebbe infine aprire la strada alla partenza della Stena impero dalle acque iraniane.

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