Gerusalemme: feriti e arresti dopo gli scontri sulla Spianata delle Moschee
Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) - L’Autorità nazionale palestinese (Anp) ha condannato il raid compiuto dalle forze di sicurezza israeliane nella moschea di al-Aqsa, a Gerusalemme est, e le violenze compiute sui fedeli. In una nota ufficiale il portavoce Nabil Abu Rdineh ha ricordato che i luoghi sacri musulmani (e cristiani) costituiscono “una linea rossa” e ha aggiunto che “non resteremo muti di fronte a questi attacchi”. In queste ore il presidente dell’Autorità Mahmoud Abbas ha contattato alcuni leader e partner mondiali, fra cui Giordania e Marocco, lamentando i continui attacchi di Israele alla moschea di al-Aqsa.
L’agenzia palestinese Maan riferisce che gli scontri fra forze di sicurezza israeliane e giovani palestinesi sono divampati dopo la “chiusura” della spianata delle Moschee e “l’imposizione di restrizioni per garantire le incursioni dei coloni per celebrare il Capodanno ebraico”. Testimoni locali affermano che gli agenti avrebbero “assaltato la moschea di al-Aqsa” con pallottole di gomma rivestite di acciaio e granate assordati.
Secondo un primo bilancio vi sarebbero oltre cento feriti negli scontri, alcuni dei quali ricoverati negli ospedali della città. Le forze di polizia avrebbero anche compiuto alcuni arresti fra i palestinesi.
La tensione era già ai massimi livelli sin dalle prime ore di ieri, quando un gruppo di coloni guidati dal ministro israeliano dell’Agricoltura Ori Ariel è entrato nel perimetro antistante il luogo di culto musulmano, il terzo più importante per l’islam nel mondo.
I disordini nell’area - già in passato teatro di scontri fra palestinese e israeliani - sono divampati a poche ore dall’inizio delle celebrazioni per il Rosh haShana, il Capodanno religioso, uno dei tre previsti dal calendario ebraico. Giovani palestinesi avevano trascorso la notte all’interno della moschea, armati di sassi e molotov, per sbarrare l’ingresso ai visitatori.
Le forze israeliane hanno assaltato la Spianata delle Moschee attraverso la Porta della Catena e quella dei Marocchini subito dopo la preghiera dell'alba e hanno accerchiato i fedeli all'interno della moschea di Al-Aqsa. Di contro, fonti della polizia affermano che gli agenti hanno bloccato l’accesso al luogo di culto in risposta al lacio di sassi e petardi da parte di giovani palestinesi, con l'obiettivo di disturbare l'arrivo - in serata - di visitatori ebrei sulla Spianata.
L’Organizzazione preposta alla tutela dei beni religiosi (Waqf), cui è affidata la custodia del luogo sacro, ha denunciato l’espulsione operata dalle forze di sicurezza israeliane delle guardie poste sulla spianata dalla Giordania, guardiana del luogo santo secondo lo status quo del 1967. Firas al-Dibs, portavoce Waqf, sottolinea che “è la prima volta” che Israele “ha evacuato tutte le guardie”.
Da anni i fondamentalisti ebraici indicano il Monte del Tempio come uno dei luoghi da “riconquistare” per ricostruire un nuovo tempio sulle rovine delle moschee e accedere al sito anche per la preghiera, oggi vietata. Di contro, per i musulmani è sacro perché luogo in cui Maometto è assunto in cielo, dalla roccia posta in cima al monte. Infine, il luogo è caro anche ai cristiani per le numerose visite di Gesù al tempio.
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