01/03/2018, 12.34
ISRAELE-PALESTINA
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Gaza: sistema sanitario al collasso. Si muore per mancanza di medicine

Il 45% dei farmaci essenziali è “completamente inaccessibile”. Medicinali diluiti, servizi di laboratorio precari e strumenti riutilizzati. Da sei mesi, “nessun impiegato ha ricevuto l’intero salario”. I servizi nella Striscia sono “sempre meno accessibili”, ma ottenere i permessi per uscire è difficile.

Gerusalemme (AsiaNews) – “Il bisogno di cure è molto forte. Le persone sono ansiose di essere curate, di avere medicine che non sono reperibili a Gaza o che non possono pagare”. Lo racconta ad AsiaNews Mor Efrat, operatrice dell’ong Physicians for Human Rights - Israel (Phri), e autrice di un rapporto sulla situazione sanitaria della Striscia di Gaza, dove vivono 2 milioni di persone. Il rapporto è stato pubblicato lo scorso 4 febbraio.

“Rispetto a quando abbiamo pubblicato il rapporto la situazione è invariata”, commenta Efrat. “Ma abbiamo voci non confermate che sia peggiorata la fornitura di elettricità, scesa a quattro ore al giorno”. Nel documento, l’ong tratteggia un quadro preoccupante, da una “grave mancanza” di medicinali fino agli scioperi degli operatori sanitari, che da mesi non ricevono lo stipendio. A Gaza, il 45% dei farmaci essenziali è “completamente inaccessibile”: in questo elenco figurano anche quelli necessari a trattare il cancro e le malattie autoimmuni, e quelle essenziali ai pazienti in dialisi. Alcuni medicinali vengono diluiti per curare più persone, e ai malati vengono somministrati un terzo o la metà della dose necessaria. Sono al collasso anche i servizi di laboratorio, e c’è una “grave scarsità di donazioni di sangue”. La strumentazione medica viene riutilizzata dopo sterilizzazione, e gli agenti sterilizzanti sono in esaurimento.

Inquieta la mancata retribuzione degli stipendi degli operatori sanitari: negli ultimi sei mesi, “nessun impiegato ha ricevuto l’intero salario”. Nonostante l’accordo di unità fra le due autorità palestinesi, Fatah e Hamas, non ci sono stati miglioramenti: 6.000 impiegati del ministero della salute non sono stati pagati e 4.000 hanno ricevuto stipendi ridotti; quelli retribuiti dall’Autorità nazionale palestinese hanno ricevuto metà o un quarto della paga, da Hamas il 40%. Diversi operatori stanno attuando scioperi, spesso portando alla chiusura delle strutture ospedaliere.

“I servizi sanitari a Gaza sono sempre meno accessibili”, racconta Efrat. La “clinica mobile” dell’Ong, una delegazione di medici (fra i quattro e gli otto) che si dirige in varie zone della Striscia per portare cure, si confronta ogni volta con un bisogno disperato: “Centinaia di pazienti vengono a farsi visitare dalla delegazione, che lavora tutto il giorno, fino alle ore piccole della notte, perché i pazienti non smettono di arrivare. Hanno bisogno di una seconda opinione medica, di medicine che a Gaza non si trovano, o che loro non hanno i soldi per pagare”.

Il crollo del servizio sanitario della Striscia spinge “sempre più persone a chiedere il permesso di uscire da Gaza per curarsi”. Ma il valico di Rafah al confine con l'Egitto apre di rado e il numero dei permessi concessi da Israele non cresce: solo il 50% riceve risposta positiva. Può capitare che le domande “non ricevano alcun responso” e che la richiesta resti “senza risposta per molti mesi”. “Cerchiamo di contestare i rifiuti dell’esercito – racconta Efrat – ci confrontiamo con loro e spieghiamo loro la condizione medica [dei pazienti]”. Di recente, la necessità è stata aiutare delle donne malate di cancro a ottenere il permesso di curarsi fuori dalla Striscia: di 30 a cui era stato negato, 27 hanno ottenuto il ribaltamento della decisione.

Oggi, le proteste dei palestinesi e di Fatah hanno costretto Israele a concedere a una donna di dirigersi da Gaza a Ramallah, dove la figlia di 12 anni si sottoporrà un trapianto di rene. All’inizio, le autorità avevano concesso alla sola minore di uscire dalla Striscia, e le immagini della ragazzina giunta all’ospedale in lacrime (v. foto 2) avevano scatenato l’ira dei palestinesi. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, nel 2017 a Gaza sono morti 54 palestinesi mentre attendevano di poter uscire a curarsi, 46 di essi erano malati di tumore.

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