Gaza, nuovi raid israeliani in risposta al lancio di palloncini incendiari
Nella notte i caccia hanno colpito postazioni di Hamas nella Striscia. Per il terzo giorno consecutivo i miliziani avevano lanciato palloncini verso il sud di Israele. Non si registrano vittime o feriti. L’esercito israeliano pronto ad “aumentare la preparazione” in vista di una “ripresa delle ostilità”.
Gaza (AsiaNews) - Nella notte l’aviazione israeliana ha sferrato una serie di attacchi aerei, la seconda in pochi giorni, contro obiettivi del movimento estremista Hamas a Gaza. Secondo quanto riferisce un portavoce dell’esercito con la stella di David, i caccia da combattimento hanno colpito postazioni dei miliziani in risposta al lancio di palloncini incendiari avvenuto nel pomeriggio di ieri. Le esplosioni sono state avvertite anche da testimoni oculari all’interno della Striscia, ma non avrebbero causato vittime o feriti.
“Sono stati bombardamenti mirati in posti precisi” sottolinea ad AsiaNews p. Gabriel Romanelli, sacerdote argentino del Verbo incarnato e responsabile della parrocchia della Sacra famiglia. “Nella parrocchia - prosegue - non abbiamo sentito molto, ma resta il timore che possano riprendere i bombardamenti”. Il lancio di palloni incendiari e i raid aerei in risposta “sono cose abituali qui” e non hanno stravolto il programma della visita del patriarca latino di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa, nella Striscia dal 14 al 17 giugno, dove ha anche celebrato comunioni e cresime.
Si tratta della seconda operazione militare a Gaza dall’inizio della settimana e dalla fine del devastante conflitto lampo di 11 giorni a maggio, che ha provocato centinaia di vittime e feriti. Israele afferma di aver centrato un sito militare di Hamas e una postazione per il lancio di razzi, situati a Gaza City e a Khan Younès, cittadina nel sud della Striscia.
Nell’area, dove è in atto da 15 anni un blocco economico e commerciale durissimo imposto da Israele contro Hamas, che governa il territorio, vivono circa due milioni di persone in una sorta di “prigione a cielo aperto”. Gli attacchi della notte sono una risposta al lancio di palloncini incendiari riempiti di elio, un’arma semplice ed economica usata dai miliziani per dare fuoco ai campi coltivati oltre-confine, nel sud di Israele.
Il generale Aviv Kohavi, capo dell’esercito israeliano, ha chiesto allo Stato maggiore “di aumentare la preparazione” in vista di uno “scenario” che possa prevedere anche “la ripresa delle ostilità” con Hamas e Jihad islamica. Una minaccia nemmeno troppo velata alle aspirazioni di pace quando è ancora vivo il ricordo delle ultime violenze. Il lancio dei palloni incendiari degli ultimi tre giorni è legato, secondo alcuni, allo svolgimento della controversa “Marcia della bandiera” il 15 giugno scorso per le vie di Gerusalemme, che ha attraversato aree contese con i palestinesi.