Export e occupazione: l’economia thai dopo l’emergenza alluvione
di Weena Kowitwanij
Bangkok deve ritrovare la fiducia degli investitori esteri. Il debito Ue e le difficoltà degli Stati Uniti hanno influito – forse – più del disastro naturale. Per il 2012 le politiche governative dovrebbero rilanciare la crescita, prevista attorno al 7%. Appelli all’esecutivo per l’adozione di iniziative volte a prevenire i disastri.
Bangkok (AsiaNews) – Il governo thai deve ritrovare la fiducia degli investitori esteri, per contenere le perdite e risollevare un’economia segnata dalle alluvioni del 2011 – le peggiori degli ultimi 50 anni – che hanno messo in ginocchio intere aree del Paese, causato almeno 600 morti e migliaia di sfollati. È quanto affermano analisti ed esperti di finanza internazionali, secondo cui il dato è influenzato anche dalla crisi economia mondiale, dalle difficoltà degli Stati Uniti e dal debito dei Paesi dell’area Ue; fattori, questi, che hanno contribuito a rallentare l’export – in particolare nel settore agricolo – e determinato una crescita della disoccupazione. La Banca centrale thai abbassa le stime di crescita del Pil per il 2011, che dovrebbero attestarsi attorno al 2,6%; tuttavia, avvertono gli esperti, entro il secondo trimestre del prossimo anno la Thailandia dovrebbe tornare alla normalità.
Le stime per il 2012 diffuse dal Dipartimento per lo sviluppo sociale e l’economia nazionale, elaborate sui dati del terzo trimestre di quest’anno, mostrano che le alluvioni hanno inciso per il 3,4% sul Prodotto interno lordo. Questo determinerà, in un’ottica annuale, una diminuzione pari all’1,9%, a dispetto delle stime iniziali che si aggiravano attorno al 2,9%. Kitirat Na-ranong, ministro del Commercio, afferma che la crescita per il 2012 si attesterà al 7%, grazie anche alle politiche governative concentrate in tre punti: aumento delle entrate, della produzione agricola, dei salari. L’esecutivo potrebbe calmierare il prezzo dei beni di prima necessità, fra cui il riso, rafforzare gli stipendi e puntare sulle esportazioni migliorando i dati a partire dal primo trimestre del prossimo anno.
Intanto il governatore della Banca centrale di Thailandia, Prasarn Trairatvorakul, conferma la diminuzione del Pil nel quarto trimestre 2011, a causa dei danni provocati dalle alluvioni. Egli lancia un appello al governo, perché in futuro sappia rispondere meglio alle emergenze naturali e infondere nuova fiducia negli investitori esteri. L’alluvione, aggiunge, ha influito sia sulla domanda dei prodotti che sulla produzione stessa, interrotta durante il picco della crisi. Tuttavia, chiarisce il governatore, i danni sono “limitati al breve periodo e presto si assisterà a una ripresa”, soprattutto nel settore del turismo; egli fissa il calo del Pil per il quarto trimestre di quest’anno “al 2,6% rispetto alle stime precedenti del 4%”.
Alcuni analisti thai inseriscono anche il fattore politico fra gli elementi che hanno influito sulla crescita economica. In un editoriale Olarn Sukkaseam ha sottolineato che negli ultimi anni “l’economia thai ha registrato un saldo positivo attorno al 4%”, fino al recente cambio di governo che ha determinato la sconfitta dei democratici di Abhisit e sancito l’ascesa della sorella di Thaksin Shinawatra. Egli aggiunge che i maggiori problemi sono causati dalle alluvioni e dalle “interferenze politiche” nella gestione delle risorse idriche. Per l’imprenditrice Kobkang Wattanawarangkul, titolare di un gruppo specializzato nella produzione di componenti per l’elettronica, non è ancora possibile “al momento” fare una stima precisa delle perdite causate dalle alluvioni. È essenziale, aggiunge, un rapido ritorno alla normalità produttiva, per scongiurare ulteriori “perdite negli affari”.
Le stime per il 2012 diffuse dal Dipartimento per lo sviluppo sociale e l’economia nazionale, elaborate sui dati del terzo trimestre di quest’anno, mostrano che le alluvioni hanno inciso per il 3,4% sul Prodotto interno lordo. Questo determinerà, in un’ottica annuale, una diminuzione pari all’1,9%, a dispetto delle stime iniziali che si aggiravano attorno al 2,9%. Kitirat Na-ranong, ministro del Commercio, afferma che la crescita per il 2012 si attesterà al 7%, grazie anche alle politiche governative concentrate in tre punti: aumento delle entrate, della produzione agricola, dei salari. L’esecutivo potrebbe calmierare il prezzo dei beni di prima necessità, fra cui il riso, rafforzare gli stipendi e puntare sulle esportazioni migliorando i dati a partire dal primo trimestre del prossimo anno.
Intanto il governatore della Banca centrale di Thailandia, Prasarn Trairatvorakul, conferma la diminuzione del Pil nel quarto trimestre 2011, a causa dei danni provocati dalle alluvioni. Egli lancia un appello al governo, perché in futuro sappia rispondere meglio alle emergenze naturali e infondere nuova fiducia negli investitori esteri. L’alluvione, aggiunge, ha influito sia sulla domanda dei prodotti che sulla produzione stessa, interrotta durante il picco della crisi. Tuttavia, chiarisce il governatore, i danni sono “limitati al breve periodo e presto si assisterà a una ripresa”, soprattutto nel settore del turismo; egli fissa il calo del Pil per il quarto trimestre di quest’anno “al 2,6% rispetto alle stime precedenti del 4%”.
Alcuni analisti thai inseriscono anche il fattore politico fra gli elementi che hanno influito sulla crescita economica. In un editoriale Olarn Sukkaseam ha sottolineato che negli ultimi anni “l’economia thai ha registrato un saldo positivo attorno al 4%”, fino al recente cambio di governo che ha determinato la sconfitta dei democratici di Abhisit e sancito l’ascesa della sorella di Thaksin Shinawatra. Egli aggiunge che i maggiori problemi sono causati dalle alluvioni e dalle “interferenze politiche” nella gestione delle risorse idriche. Per l’imprenditrice Kobkang Wattanawarangkul, titolare di un gruppo specializzato nella produzione di componenti per l’elettronica, non è ancora possibile “al momento” fare una stima precisa delle perdite causate dalle alluvioni. È essenziale, aggiunge, un rapido ritorno alla normalità produttiva, per scongiurare ulteriori “perdite negli affari”.
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