Emergenza roghi, Jakarta risarcisce le vittime: al via le evacuazioni
Jakarta (AsiaNews) – Il governo indonesiano risarcirà le famiglie delle vittime decedute a causa dei fumi che da settimane stanno inquinando l’aria del Paese, mettendo in serio pericolo la salute dei cittadini. Lo ha dichiarato Khofifah Indar Parawansa, ministro della Società, specificando che ad ogni famiglia verrà devoluta una “indennità di morte. Il denaro verrà donato tramite bonifico bancario”.
La somma decisa per il risarcimento è di 15 milioni di rupie (circa 1000 euro), ma per poter usufruire della donazione bisogna presentare un certificato medico che assicuri che la vittima è morta a causa di infezioni respiratorie dovute allo smog o ad altre malattie riconducibili all’inquinamento da fumo. Al momento, Jakarta ha riconosciuto 19 vittime dell’emergenza roghi, tutte provenienti da Sumatra e Kalimantan, le zone più colpite. Secondo il ministro Indar Parawansa, già quattro famiglie sono state risarcite.
Da settimane, i fumi causati dagli incendi (dolosi) in più parti del Paese stanno mettendo in ginocchio la popolazione. I trasporti sono in tilt, le scuole chiudono e in alcune provincie il tasso d’inquinamento è 10 volte superiore al limite. Secondo i dati del ministero della Salute, almeno 425.700 persone hanno avuto infezioni respiratorie dovute ai fumi. Qualche giorno fa, Jakarta aveva lanciato la più grande operazione anti-incendi della sua storia, ma i risultati non si sono ancora visti.
Nel frattempo, il ministero dei Trasporti ha approntato una flotta di 16 navi per evacuare le zone più colpite dall’emergenza. J.A. Barata, portavoce del ministero, ha spiegato che il governo metterà a disposizione 7 navi Kplp (159 persone di capacità), 7 traghetti (da 100 persone) e 2 navi Pelni, capaci di trasportare 1000 individui: “Il personale di bordo – ha detto Barat – il carburante, i medicinali e il personale medico sono pronti”. I vascelli Kplp sono all’ancora nei porti di Dumai (Sumatra) e nello Stretto di Singapore.
Le persone evacuate “saranno prima di tutto curate – spiega il portavoce – e poi procederemo allo spostamento, prima nella stessa isola, poi su altre isole [meno colpite]. La decisione sull’evacuazione dipenderà dai governi locali”. Per facilitare i rifugiati, i governi hanno chiesto di utilizzare gli edifici delle zone portuali come centri di accoglienza e ripari temporanei.
21/09/2016 10:07