Elezioni in Malaysia: quadro “fosco”, nazionalismo più forte dell’economia
Kuala Lumpur (AsiaNews) - A poche settimane dal voto, in programma il 5 maggio, lo scenario in Malaysia si presenta "fosco", con i media - saldamente nelle mani dell'esecutivo - a tessere gli elogi del governo uscente e delle politiche del premier Najib Razak (Fronte nazionale, Bn). Prevedere l'esito delle elezioni "è molto difficile", ma la speranza è dalle urne possa emerge il primo passo verso una vera "Primavera malaysiana". È quanto sottolinea ad AsiaNews p. Andrew Lawrence Sj., sacerdote e direttore del giornale cattolico Herald Malaysia, secondo cui peseranno maggiormente le tematiche legate alla propaganda nazionalista, piuttosto che i temi legati all'economia e allo sviluppo del Paese.
Il 3 aprile scorso il Primo Ministro ha ordinato lo scioglimento del Parlamento, preparando il terreno alle elezioni politiche (numero 13 nella storia recente del Paese); oggi la Commissione elettorale ha stabilito che il voto si terrà il 5 maggio prossimo, con l'inizio della campagna elettorale fissato per il 20 aprile. Una tornata che si preannuncia incerta e che, per la prima volta in 55 anni, potrebbe registrare la fine dell'egemonia del Barisan National (Bn).
Il favorito resta il premier uscente Najib Razak, che promette di combattere la corruzione, diminuire il costo della vita e realizzare grandi opere e infrastrutture, fra cui un collegamento veloce in grado di attraversare il Borneo e arrivare fino a Singapore. Di recente il governo ha inoltre approvato la distribuzione di fondi di sostegno e sussidi ai poveri, assieme all'aumento degli stipendi per i dipendenti pubblici, la polizia e i militari.
Per i critici si tratta di politiche populiste, per mantenere il controllo dell'elettorato e placare il dissenso. Nel contesto si inserisce il tentativo di dialogo con i leader della minoranza cristiana, che costituisce il 10% del totale della popolazione, cercando di archiviare i contrasti del passato fra cui l'uso della parola "Allah" per definire anche il Dio cristiano. Il principale oppositore del governo uscente sarà Anwar Ibhraim, che ha lasciato definitivamente alle spalle i problemi con la giustizia.
Sottolineando l'attenzione dell'elettorato cristiano, che ha raccolto i moniti dei leader cattolici e protestanti, p. Andrew Lawrence Sj conferma ad AsiaNews le incertezze di un quadro politico "nebuloso". È difficile ipotizzare l'esito delle urne, spiega il sacerdote, anche se il partito di governo "ha messo in campo tutte le risorse per portare a casa la vittoria" e molto dipenderà dai risultati che emergeranno nelle diverse circoscrizioni elettorali. L'esecutivo potrebbe riuscire a mantenere il potere "pur con un vantaggio minimo", aggiunge, ma se questo non avverrà e il risultato sarà diverso, si potrà forse "assistere a una vera e propria Primavera malaysiana".
P. Lawrence è convinto che i temi economici "non avranno una posizione centrale" nella campagna elettorale, dove prevarranno invece tematiche legate "alla conservazione della razza Malay" usata dal governo come mezzo per attirare il consenso delle masse. Ed è anche per questo, aggiunge, che hanno iniziato a devolvere "denaro nelle tasche dei cittadini più poveri sotto forma di aiuti", a conferma delle politiche populiste avviate per riconquistare il pieno consenso dell'elettorato. "È una forma malcelata di corruzione", accusa il sacerdote, in un'ottica di voto di scambio che non contribuirà certo al miglioramento della nazione. Per quanto concerne il voto della minoranza cristiana, p. Lawrence assicura che vescovi e leader cristiani hanno promosso una campagna di sensibilizzazione, inviando ai fedeli "lettere pastorali in cui si invita a scegliere in modo saggio, giusto ed etico". Lotta alla corruzione e promozione di valori buoni e saggi, conclude, sono elementi fondamentali come la "giustizia e la libertà" per tutti i cittadini. (DS)
20/07/2017 09:12
23/03/2004
13/02/2022 09:15