E’ grave Huang Qi, in carcere perché ha cercato la verità sulle scuole crollate nel Sichuan
Pechino (AsiaNews/Chrd) – Huang Qi, attivista per i diritti umani detenuto senza processo dal 10 giugno 2008, è malato, ma gli sono negate le necessarie cure mediche. Lo denuncia il Chinese Human Rights Defenders, che precisa che da maggio è stata chiesta la sua libertà su cauzione per motivi medici, senza ricevere risposta.
Il suo avvocato Mo Shaping, che l’ha visitato lo scorso maggio, riferisce che da marzo l’attivista lamenta che 4 fibromi gli stanno crescendo nell’addome e nella parte sinistra del torace e che soffre di frequenti emicranie e insonnia, ma non ha ricevuto visite e cure mediche specifiche. Da due mesi nessuno ha potuto vederlo e si ignora se la sua salute sia ancora peggiorata.
Da quando è detenuto, Huang non ha potuto vedere nemmeno i familiari.
Huang è accusato di “possesso illegale di segreti di Stato” e rischia una condanna fino a 3 anni di carcere senza effettiva possibilità di difesa, in quanto il concetto di cosa sia “segreto” è molto flessibile e, una volta affermato dalle autorità, non si presta a verifiche di giudici e avvocati.
Il Chrd riporta che, in realtà, l’attivista aveva offerto aiuto legale ai genitori delle migliaia di scolari morti nel terremoto nel Sichuan del maggio 2008 sotto le scuole crollate. I parenti denunciano che le scuole erano mal costruite e sono venute giù come "budini di tofu", mentre gli edifici circostanti sono rimasti in piedi. Ma le autorità, dopo avere promesso sollecite indagini, hanno risposto che le scuole sono crollate solo per la violenza del sisma e rifiutano qualsiasi ulteriore discorso o accertamento tecnico.
Huang ha ospitato sul suo sito web 64tianwang.com le richieste di indagini e di risarcimento di 5 genitori di bambini morti sotto la scuola media di Dongqi ad Hanwang, ha riportato notizie e ha parlato con giornalisti esteri.
L’attivista, fondatore del Centro Tianwang per i Diritti Umani e di un sito web che li difende, è già stato in carcere dal 2003 al 2005 per “istigazione alla sovversione contro il potere dello Stato”.