Dietro pressioni internazionali, Hanoi scarcera due attivisti pro-democrazia
Hanoi (AsiaNews) - Dietro forti pressioni della comunità internazionale, che chiede decisi progressi in tema di diritti umani, il governo vietnamita - guidato dal Partito unico comunista - ha rilasciato due dissidenti di primo piano, da tempo incarcerati. Si tratta dell'attivista pro-democrazia Nguyen Tien Trung e del blogger e scrittore Vi Duc Hoi, liberati lo scorso 12 aprile, dopo quasi cinque anni dietro le sbarre e prima di aver espiato per intero la sentenza. Trung, oggi 31enne, è stato arrestato nel luglio 2009 e condannato a sette anni nel 2010 per aver "tentato di rovesciare il governo" e la leadership comunista favorendo la formazione di un partito di opposizione. Hoi, 57 anni, ex membro del Partito comunista, è stato fermato nell'ottobre 2010 e punito nel 2011 a otto anni di reclusione - ridotti poi a cinque - per "propaganda anti-governativa" su internet, mediante articoli e commenti che invocavano diritti umani e riforme.
Hoi mantiene un atteggiamento critico verso il governo e sottolinea che solo grazie alle pressioni straniere, le autorità di Hanoi hanno ceduto rilasciandolo prima del termine. Egli nega vi siano problemi di salute dietro la liberazione, come avvenuto di recente in altri casi di dissidenti rilasciati perché malati terminali. Tuttavia, l'attivista rinnova le accuse contro un governo che "non ha pietà" per chi dissente.
Intervistata da Radio Free Asia (Rfa) la madre di Trung, Le Thi Tam, racconta lo stupore e la sorpresa del figlio alla notizia della scarcerazione, giunta improvvisa mentre era occupato con le faccende del mattino. "Siamo molto sorpresi - aggiunge la donna - e felici".
Nei primi giorni della scorsa settimana anche il noto attivista e dissidente Cu Huy Ha Vu, imprigionato per aver cercato di trascinare in giudizio il Primo Ministro vietnamita, è stato liberato ed estradato negli Stati Uniti. Nel 2011 egli era stato condannato a sette anni di prigione per "attività contro lo Stato".
Da tempo in Vietnam è in atto una campagna durissima del governo contro dissidenti, blogger, leader religiosi (fra cui buddisti), attivisti cattolici o intere comunità; decine gli arresti o i raid contro intere comunità, come successo lo scorso anno nella diocesi di Vinh, dove media e governo hanno promosso una campagna diffamatoria e attacchi mirati contro vescovo e fedeli. La repressione colpisce anche singoli individui, colpevoli di rivendicare il diritto alla libertà religiosa e al rispetto dei diritti civili dei cittadini.
Organizzazioni attiviste e osservatori internazionali in tema di libertà e diritti, fra cui Reporter senza frontiere (Rsf) affermano che il Vietnam è il secondo Paese al mondo per numero di blogger e dissidente imprigionati, preceduto dalla Cina.