07/08/2014, 00.00
CINA
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Crescono i protestanti in Cina: le frustrazioni di Wang Zuoan

di Wang Zhicheng
A un seminario sulla "cinesizzazione della cristianità a Shanghai", il direttore dell'Ufficio affari religiosi dice di voler sostenere le comunità protestanti e il loro sviluppo. In realtà il numero dei cristiani protestanti cresce al di fuori del controllo del governo. La campagna di distruzione di croci e chiese e gli arresti di fedeli.

Pechino (AsiaNews) - Mentre nel mondo si diffondono le notizie sulle chiese distrutte nel Zhejiang (e altrove) e su cristiani arrestati e torturati,

il governo di Pechino giura che continuerà a promuovere lo sviluppo di una teologia cristiana con caratteristiche cinesi, seguendo la politica religiosa del Paese. E' quanto afferma Wang Zuoan, direttore dell'Amministrazione statale degli affari religiosi (Asar). Parlando due giorni fa a un seminario di studi a Shanghai, egli ha sottolineato che "nell'ultimo decennio le chiese protestanti in Cina si sono sviluppate molto velocemente, attuando la politica religiosa del Paese. In futuro continueremo a sostenere lo sviluppo del cristianesimo in Cina".

Naturalmente, precisa Wang, citato dal China Daily, "la costruzione della teologia cristiana cinese deve adattarsi alle condizioni della nazione e integrarsi con la cultura cinese", compatibile con "il sentiero del socialismo".

Il seminario di studi, dal titolo "La cinesizzazione della cristianità a Shanghai", ha snocciolato anche diverse cifre: i protestanti in Cina sono fra "i 23 e i 40 milioni", ossia fra "l'1,7 e il 2,9%"; ogni anno vengono battezzate 500mila persone; vi sono circa 139mila luoghi religiosi registrati, dei quali almeno 56mila chiese.

Il seminario era voluto per celebrare i 60 anni dalla fondazione del Comitato nazionale del movimento delle tre autonomie, l'organismo che unisce tutte le denominazioni delle chiese protestanti sotto l'egida del Partito comunista.

Ma dietro le ben tornite frasi di Wang Zuoan e i luccichii della celebrazioni, si percepisce una certa frustrazione.

Anzitutto perché in questi decenni le comunità protestanti sono cresciute molto di più di quanto affermi Wang e soprattutto sono cresciute fuori del movimento delle tre autonomie. Secondo fonti protestanti, i cristiani in Cina sarebbero circa 80 milioni e solo 20 milioni si radunano all'interno dei luoghi religiosi registrati, tant'è che dal 2007 è in atto una campagna per dissolvere le comunità protestanti sotterranee o per assorbirle nelle comunità ufficiali. Il rifiuto di questi cristiani ad aderire al movimento delle tre autonomie sta proprio nel fatto che questo è troppo al servizio del Partito comunista e non garantisce una vera libertà evangelica.

Un secondo elemento di frustrazione è dovuto al fatto che ormai molti cristiani protestanti ufficiali criticano in modo aperto la politica religiosa del Partito. Ciò è divenuto ancora più acuto dopo la campagna di demolizione e distruzione di croci e chiese nel Zhejiang, che ha visto la resistenza attiva di molti fedeli.

Infine, proprio per testimoniare la fede adattandosi "alle condizioni della nazione", molti pastori protestanti domandano al governo di confessare i crimini di Tiananmen; fedeli protestanti si uniscono al movimento dei Nuovi cittadini per richiedere la fine della corruzione fra i membri del partito e vera libertà di espressione e democrazia.

Secondo alcuni esperti, se continua l'attuale trend di conversioni al cristianesimo, nel 2030 ci dovrebbero essere circa 250 milioni di cristiani in Cina, circa il 20% della popolazione.  Forse anche questa previsione crea qualche frustrazione.

 

 

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