22/08/2014, 00.00
CINA - USA - GIAPPONE
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Cina, il "super-missile" atomico preoccupa Stati Uniti e Giappone

Pechino sta testando un sistema in grado di sganciare ordigni nucleari (a una velocità tale da evitare gli scudi difensivi) sul territorio americano e nipponico. Secondo il Dragone si tratta di una tecnologia "necessaria" per bilanciare la presenza di Washington, ma gli esperti temono un nuovo picco della tensione nell'area.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) - I tentativi cinesi di ottenere un veicolo ipersonico, in grado di sganciare ordigni nucleari a una velocità tale da eludere i sistemi di difesa missilistici, sarebbero falliti di nuovo. Il secondo test effettuato dall'Esercito di liberazione popolare lo scorso 7 agosto, dicono fonti vicine ai militari, non sarebbe andato a buon fine. Tuttavia la decisione di sviluppare questi armamenti preoccupa Stati Uniti e Giappone, dato che una volta raggiunto l'obiettivo Pechino sarebbe in grado di bombardare a distanza il territorio americano e quello nipponico con armi atomiche.

Il sistema (chiamato WU-14) dovrebbe raggiungere un'altitudine suborbitale ancora non definita e, da qui, volare a una velocità pari a Mach 10 (più di 12mila chilometri al secondo) grazie a un missile balistico. Dopo una prima fase di sgancio, dovrebbe poi essere in grado di sganciare le bombe sull'obiettivo e infine auto-distruggersi. Il tutto potrebbe avvenire dal territorio nazionale. Al momento solo gli Stati Uniti hanno una simile tecnologia operativa: Russia e India stanno cercando di ottenerla.

Secondo esperti cinesi, questo sistema "è necessario" a Pechino dato che gli Usa "hanno basi militari sparse per il mondo e un sistema di controllo missilistico e di difesa migliori dei nostri". Secondo Li Jie, esperto militare, "sviluppare il veicolo aiuterà la Cina a migliorare la propria deterrenza militare. Ma in ogni caso il nostro governo porterà avanti una dottrina contraria all'uso di armi nucleari se non costretti a farlo".

E' quasi certo che questa scelta militare peggiorerà la tensione nell'area. Secondo il professor Arthur Ding Shu-fan, segretario generale del Consiglio cinese per gli studi politici avanzati di Taipei, il Pentagono "collaborerà in maniera più stretta con il Giappone per difendere la regione Asia-Pacifico, e Shinzo Abe avrà tutte le scuse necessarie per riportare il Sol Levante a essere una potenza bellica".

 

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