Chisinau , la svolta: Maja Sandu vince le elezioni presidenziali
La nuova presidente, filo-europea, ha vinto col 53% dei voti. Il presidente uscente era esplicitamente appoggiato da Putin. Fondamentale il voto dei moldavi all’estero. A differenza della Bielorussia, pare esserci un’alternanza politica serena.
Mosca (AsiaNews) - Alle elezioni presidenziali in Moldavia ha vinto la candidata filo-europea Maja Sandu, leader del partito “Azione e Solidarietà”: ha superato con quasi il 53% il presidente uscente filo-russo Igor Dodon, in carica dal 2016 e rappresentante del Partito Socialista moldavo. La Sandu ha cominciato a festeggiare già da ieri sera, quando è stato chiaro che il rivale non avrebbe più potuto raggiungerla.
I timori di scontri e contestazioni sono stati fugati dalla chiara vittoria della leader dell’opposizione, permettendo alla Moldavia di dare una lezione di democrazia ai tanti Paesi ex-sovietici, come la vicina Ucraina prima e la Bielorussia quest’anno, in cui sembrava impossibile un’alternanza politica serena.
Un ruolo importante nella vittoria della Sandu è da attribuire ai cittadini moldavi residenti all’estero, in Europa e in America del nord, che si sono mobilitati con percentuali senza precedenti. Al primo turno avevano votato dall’estero circa 150 mila moldavi, e al ballottaggio sono stati oltre 250 mila, in grande maggioranza a favore della candidata.
La sconfitta di Dodon è una chiara sconfitta anche per il presidente russo Vladimir Putin, che aveva esplicitamente appoggiato il suo sodale, e subisce una nuova dimostrazione di insofferenza anti-russa nei territori dell’ex-impero sovietico. In una conversazione on-line con il presidente uscente, lo scorso 28 settembre, Putin aveva auspicato per lui “un successo alle prossime elezioni, e così potremo continuare il lavoro iniziato insieme per il ristabilimento delle nostre relazioni interstatali e per il loro sviluppo”.
Dalla Russia le scorse settimane erano giunti molti avvertimenti circa le elezioni moldave, accusando gli Stati Uniti di ingerenze e di preparare una nuova “rivoluzione dei fiori”. Sono state invece proprio le ingerenze moscovite a spingere i moldavi a svincolarsi dall’abbraccio soffocante degli storici padroni russi. Dodon aveva promesso infatti di ristabilire una relazione più stretta con Mosca, annullando gli accordi con l’Unione Europea.
Per rovesciare la politica precedente, la Sandu dovrà ora trovare una solida maggioranza in parlamento, dove controlla soltanto una frazione di 14 deputati; la Moldavia è infatti una repubblica parlamentare, dove il presidente non ha tutti i poteri necessari per agire in modo autonomo. Lo stesso Dodon guida il gruppo dei 37 parlamentari socialisti, e potrebbe allearsi con almeno altri 15 deputati. Il parlamento moldavo è un’assemblea monocamerale con 101 seggi, che fino al 2016 eleggeva il presidente del Paese. Tale norma è stata annullata dopo le scorse elezioni, tornando al suffragio universale. Il nuovo equilibrio dei poteri sarà il primo compito della nuova presidente.
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