03/04/2015, 00.00
INDONESIA
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Cattolici indonesiani: Pasqua all’insegna della preghiera e della solidarietà per i più bisognosi

di Mathias Hariyadi
Raccogliendo l’invito del papa, i vescovi promuovono iniziative nel sociale secondo il motto “fare del bene agli altri”. Fra le tante, il fondo assicurativo per la copertura delle spese del funerale e raccolte fondi per sostenere gli studenti bisognosi. Molti i battesimi in programma per la notte di Pasqua.

Jakarta (AsiaNews) - Raccogliendo l’invito lanciato a più riprese da papa Francesco, la Conferenza episcopale indonesiana (Kwi) all’insegna del motto “fare del bene per gli altri” ha lanciato una serie di iniziative nel campo del sociale a favore dei più poveri e disagiati. Diverse le diocesi e arcidiocesi dell’arcipelago che hanno aderito all’iniziativa, perché la pratica della fede - avvertono i prelati - deve essere finalizzata non solo alla salvezza personale, ma anche al bene degli altri. Dalla raccolta fondi per i bisognosi alle collette per stanziare borse fondi agli studenti meno abbienti, fino alla copertura assicurativa per potersi garantire una degna sepoltura - il costo dei funerali è elevato nella capitale e in diverse altre zone - sono molte le iniziative in programma. 

In occasione dell’anno del Ringraziamento, lanciato in via ufficiale per il 2015 dall’arcidiocesi di Jakarta con il titolo “Non vi è sincera gratitudine, se non si fa qualcosa di buono per gli altri”, i vertici ecclesiastici locali hanno promosso una iniziativa particolare. Fornire una copertura assicurativa a prezzo ridotto alle famiglie più disagiate, per consentire la celebrazione delle esequie in caso di scomparsa di un congiunto.

Proposta dall’arcivescovo della capitale mons. Ignatius Suharyo due anni fa, l’iniziativa ha incontrato il favore di migliaia di fedeli che hanno deciso di aderire all’iniziativa. Al prezzo annuale di 9 dollari, i familiari del defunto possono beneficiare di 950 dollari per ottemperare alle pratiche burocratiche e procedere alla sepoltura.

Sempre a Jakarta vi sono altre iniziative dedicate ai programmi educativi - come sottolineato a più riprese da mons. Suharyo - per gli studenti più poveri e bisognosi. Del resto nella capitale le rette scolastiche sono molto alte, in particolare negli istituti privati - come le scuole cattoliche - dove il livello di insegnamento vanta uno standard superiore alla media. Per evitare che solo i “ricchi” possano accedervi e secondo uno spirito di solidarietà promosso dall’arcidiocesi, durante la Quaresima sono state promosse raccolte fondi per sostenere l’iniziativa. Fra le parrocchie coinvolte la Jagakarsa a South Jakarta e la Regina Caeli a North Jakarta. 

Una simile iniziativa vede protagonista anche la diocesi di Purwokerto, nello Java centrale, dove il vescovo mons. Julianus Sunarka ha dedicato quest’anno all’apostolato per l’istruzione. Molte le risorse umane e finanziare finalizzate alla promozione di “progetti” educativi. Anche in questo caso molti dei fondi raccolti nella Quaresima saranno stanziati per progetti educativi. Nelle settimane che precedono la Pasqua, è prassi comune nelle varie diocesi promuovere campagne di raccolta fondi; buste o piccole casse sono distribuite alle famiglie cattoliche e il denaro raccolto viene affidato ai responsabili diocesani, che li utilizzano per sostenere iniziative benefiche o campagne umanitarie.

Tuttavia, il tempo di Quaresima è anche tempo di penitenza e di approfondimento della fede. In occasione della Domenica delle Palme, decine di cattolici si sono messi in paziente attesa per potersi confessare. Nella parrocchia di Pakem - piccolo sobborgo di North Yogyakarta, nello Java centrale - sette adulti riceveranno il battesimo nella messa della Vigilia. Nella parrocchia di Banyumanik, a Semarang (Java centrale), dozzine di persone hanno già ricevuto il battesimo, nel contesto di una cerimonia che ha registrato la partecipazione entusiasta dell’intera comunità cattolica locale. 

In Indonesia, nazione musulmana più popolosa al mondo, i cattolici sono una piccola minoranza composta da circa sette milioni di persone, pari al 3% circa della popolazione. Nella sola arcidiocesi di Jakarta, i fedeli raggiungono il 3,6% della popolazione. Essi sono una parte attiva nella società e contribuiscono allo sviluppo della nazione o all'opera di aiuti durante le emergenze, come avvenuto per in occasione della devastante alluvione del gennaio 2013.

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