10/05/2021, 11.50
INDIA
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Card. Gracias: La Chiesa indiana moltiplica gli aiuti per le vittime del Covid-19

di Card. Oswald Gracias *

L'arcivescovo di Mumbai fa il punto sulla mobilitazione per la pandemia coordinata da Caritas India: "I nostri 1000 ospedali sono in prima linea, stiamo comprando nuovi ventilatori. E abbiamo messo a disposizione scuole e altre strutture per l'isolamento dei pazienti e per la campagna vaccinale".

Mumbai (AsiaNews) - In India ci sono 1000 ospedali cattolici con 60mila posti letto già mobilitati per i malati di Covid-19. E sono oltre 50mila le religiose impegnate ordinariamente in queste strutture, tra cui 1000 medici. Ma di fronte alla catastrofe che sta colpendo il Paese la Chiesa cattolica indiana si sta dando da fare per riuscire ad aiutare ancora di più chiunque soffra, indipendentemente dal suo credo e dalla sua casta. Lo spiega il cardinale Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbai e presidente della Conferenza episcopale dell'India (Cbci), in questo testo inviato ad AsiaNews. L'impegno rafforzato della Chiesa - offerto a tutti, senza alcuna discriminazione - giunge mentre la pandemia non accenna ancora a rallentare nel Paese: ieri sono stati registrati altri 366.161 nuovi casi di infezione da Covid-19 e altri 3.754 morti che hanno portato il computo totale delle vittime a quota 246.116. In questo contesto il cardinale racconta che le diocesi stanno mettendo a disposizione anche le scuole e altre strutture per ospitare i malati che hanno bisogno di isolamento e per i centri vaccinali. Ringrazia infine per la solidarietà ricevuta dal Papa e dalle Chiese di tutto mondo e invita tutti alla preghiera.

Ieri sera ho incontrato Caritas India e ci stiamo preparando per aiutare ancora di più la gente, a livello nazionale, in diversi modi. Come sempre vogliamo aiutare le persone di tutte le fedi, senza discriminazione di casta o di religione. In questa settimana avrò incontri di coordinamento e sessioni on line con i nostri ospedali cattolici per definire alcuni passi concreti per incrementare la nostra assistenza.

Già ora stiamo aiutando e la Chiesa continuerà ad essere in prima linea nell'offrire i nostri servizi attraverso le strutture sanitarie: la Chiesa in India ha 1000 ospedali con 60mila posti letto in tutto il Paese che offrono assistenza a tutti, specialmente a quanti sono ai margini della società. Stiamo anche mettendo in campo aiuti finanziari per acquistare ulteriori ventilatori e aumentare le attrezzature mediche a disposizione per salvare le vite della nostra gente: saranno al servizio di tutti. Nelle aree rurali, in particolare, le istituzioni sanitarie cristiane sono sempre state in prima linea nel fronteggiare malattie come la tubercolosi, la lebbra, l'Aids e accanto alle persone con disabilità. Più di 50mila religiose, di cui 1000 medici, lavorano in questi ospedali che sono a disposizione per salvare la nostra gente.

La Chiesa continuerà a rimanere in prima linea nell'offrire i propri servizi: apriremo tutte le nostre strutture ai bisogni della gente, le scuole cattoliche funzioneranno come centri di isolamento e quarantena, le nostre istituzioni come centri vaccinali e il personale religioso in tutto il Paese darà vita a una campagna per incoraggiare le persone a vaccinarsi e aiutare nelle immunizzazioni. Insieme a questo continuerà a coordinarsi con il governo per promuovere l'importanza e l'urgenza dell'adozione delle misure di protezione come il distanziamento fisico, l'uso delle mascherine...

La Chiesa universale è solidale con l'India: il Santo Padre e tanti vescovi degli Stati Uniti, dell'Europa e del resto dell'Asia mi hanno scritto esprimendo la loro solidarietà e il sostegno nella preghiera in questo momento della seconda ondata di coronavirus che sta colpendo in maniera devastante l'India.

A causa del Covid-19, la nostra Chiesa indiana ha già perso  due vescovi, sacerdoti, religiose. L'arcivescovo emerito di Pondicherry-Cuddalore mons. Anandarayar, scomparso qualche giorno fa, era un mio collega, compagno di classe e collaboratore; il vescovo Basil di Jhabua era un giovane vescovo. Ho ricevuto molte telefonate di interi conventi contagiati dal virus. Dobbiamo ricordarci che le nostre vite sono al servizio degli altri; però è ugualmente doloroso vedere tante vite spazzate via così in fretta. Il virus ha mietuto vittime tra le persone che conosciamo, ha lasciato orfani molti bambini che hanno perso entrambi i genitori. C'è tanta sofferenza e ci rivolgiamo alla preghiera. Il 7 maggio abbiamo tenuto una giornata nazionale di preghiera in comunione con la maratona del Rosario indetta dal Santo Padre. Riusciremo a uscire da questa prova.

* arcivescovo di Mumbai
(ha collaborato Nirmala Carvalho)

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