Card. Alencherry: Il bisogno più urgente è la testimonianza cristiana al mondo
di Nirmala Carvalho
Il nuovo porporato è leader spirituale di 4 milioni di fedeli in India, Paesi del Golfo, Europa, America. Manifestare Cristo al mondo è la preoccupazione più importante per la Chiesa in India e per la Chiesa universale.
Ernakulam-Angamaly (AsiaNews) – “Il bisogno più grande è quello della testimonianza cristiana nelle famiglie, nelle istituzioni ecclesiali, in tutte le opere missionarie che guidiamo”: è quanto afferma Mar Geoge Alencherry, arcivescovo maggiore di Ernakulam-Angamaly, della Chiesa siro-malabarese, che ieri è stato nominato cardinale da Benedetto XVI.
Intervistato da AsiaNews a poche ore dalla pubblicazione della sua nomina, egli sottolinea: “La preoccupazione più urgente è che il messaggio e la testimonianza di vita della Chiesa sia resa più autentica nel mondo intero, secondo il cuore di Cristo e lo spirito della Chiesa”.
Il card. Alencherry è presidente del sinodo siro-malabarese dallo scorso maggio 2011. La sua nomina è seguita alla morte del card. Varkey Vithayathil.
Il neo-porporato è nato nel 1945, da una famiglia cattolica del Kerala, sesto di dieci figli. Altri due suoi fratelli sono sacerdoti e una sorella è suora. Ordinato sacerdote nel novembre 1972, egli ha frequentato la Sorbona e si è laureato in catechesi all’Istituto cattolico di Parigi.
Tornato in India nell’86 egli ha lavorato nel Centro catechetico di Changanacherry e come insegnante al St Thomas Apostolic Seminary di Vadavathoor. Giovanni Paolo II lo ha nominato vescovo della nuova diocesi di Thuckalay l'11 novembre 1996.
Il nuovo cardinale parla correntemente il malayam, il tamil, l’inglese e il francese. Al suo attivo ha anche alcuni libri e articoli. Egli è il leader spirituale di circa 4 milioni di fedeli del rito siro-malabarese, che si rifà a san Tommaso l’apostolo, diffusi in India, nei paesi del Golfo, in Europa e negli Stati Uniti (Chicago).
“Questa nomina – spiega ad AsiaNews – è un riconoscimento della Sede apostolica e in particolare di benedetto XVI verso la Chiesa siro-malabarese”.
“Per me personalmente, [questa nomina] aggiunge responsabilità al mio ufficio di arcivescovo. Occorre che io mi prenda cura ancora maggiore della Chiesa universale e che porti testimonianza a Cristo nel mondo. La festa dell’Epifania [in cui è stato annunciato il nuovo concistoro] è la festa della manifestazione di Cristo al mondo. L’unità della Chiesa e dei cardinali con il Santo Padre deve rendere più manifesta la Sua presenza. Desidero dedicarmi con ancora più cura in questo compito”.
Intervistato da AsiaNews a poche ore dalla pubblicazione della sua nomina, egli sottolinea: “La preoccupazione più urgente è che il messaggio e la testimonianza di vita della Chiesa sia resa più autentica nel mondo intero, secondo il cuore di Cristo e lo spirito della Chiesa”.
Il card. Alencherry è presidente del sinodo siro-malabarese dallo scorso maggio 2011. La sua nomina è seguita alla morte del card. Varkey Vithayathil.
Il neo-porporato è nato nel 1945, da una famiglia cattolica del Kerala, sesto di dieci figli. Altri due suoi fratelli sono sacerdoti e una sorella è suora. Ordinato sacerdote nel novembre 1972, egli ha frequentato la Sorbona e si è laureato in catechesi all’Istituto cattolico di Parigi.
Tornato in India nell’86 egli ha lavorato nel Centro catechetico di Changanacherry e come insegnante al St Thomas Apostolic Seminary di Vadavathoor. Giovanni Paolo II lo ha nominato vescovo della nuova diocesi di Thuckalay l'11 novembre 1996.
Il nuovo cardinale parla correntemente il malayam, il tamil, l’inglese e il francese. Al suo attivo ha anche alcuni libri e articoli. Egli è il leader spirituale di circa 4 milioni di fedeli del rito siro-malabarese, che si rifà a san Tommaso l’apostolo, diffusi in India, nei paesi del Golfo, in Europa e negli Stati Uniti (Chicago).
“Questa nomina – spiega ad AsiaNews – è un riconoscimento della Sede apostolica e in particolare di benedetto XVI verso la Chiesa siro-malabarese”.
“Per me personalmente, [questa nomina] aggiunge responsabilità al mio ufficio di arcivescovo. Occorre che io mi prenda cura ancora maggiore della Chiesa universale e che porti testimonianza a Cristo nel mondo. La festa dell’Epifania [in cui è stato annunciato il nuovo concistoro] è la festa della manifestazione di Cristo al mondo. L’unità della Chiesa e dei cardinali con il Santo Padre deve rendere più manifesta la Sua presenza. Desidero dedicarmi con ancora più cura in questo compito”.
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