Bangladesh: sfigurati dall’acido, donne e bambine la fascia più colpita
Dal 1999 a oggi 2.496 casi di attacchi portati con l’acido, secondo dati della Acid Survivors Foundation (Asf). Nel 2010 il 72% dei casi è di bambine e donne tra i 18 e i 34 anni. Crescono gli attacchi contro gli uomini, per vendette legate alla proprietà.
Dhaka (AsiaNews) – Dote, adulterio, rifiuto di proposte sessuali, dispute familiari e vendette legate alla proprietà sono le principali cause dei 2.496 casi di attacchi portati con l’acido dal 1999 a oggi. Bambine e donne tra i 18 e i 34 anni sono la fascia d’età più colpita, con 74 casi registrati solo nel 2010. Negli ultimi anni, anche se in misura minore, gli uomini tra i 25 e i 44 anni sono diventati vittime di questa pratica, per lo più per ragioni legate a soldi e terreni. I dati sono della Acid Survivors Foundation (Asf), un’organizzazione fondata nel 1999 dal medico inglese John Morrison a Dhaka.
Nel 1999, i casi di attacchi portati con l’acido sono stati 115. Un numero destinato a salire in maniera esponenziale negli anni successivi: 174 nel 2000; 252 nel 2001; 367 nel 2002. Di anno in anno, grazie al lavoro della Asf – che si avvale di tecnologie all’avanguardia e ha un ampio personale medico volontario, anche straniero – è cresciuto di pari passo il numero dei sopravvissuti: 138 nel 1999; 234 nel 2001; 349 nel 2002. Dalla fondazione della Asf, le statistiche globali parlano di 3.194 sopravvissuti.
Proprio nel 2002, su pressione di ong nazionali e internazionali, il governo ha varato una severa legge contro tale fenomeno, che ha portato alla condanna di 53 persone solo quell’anno. Nel 2003, il numero delle condanne balza a 96, per poi scendere in modo netto a 50 l’anno seguente.
Dall’inizio di quest’anno, l’associazione ha registrato solo 63 nuovi attacchi, contro 80 casi di persone sopravvissute. Nonostante gli incidenti siano in diminuzione, il fenomeno delle acidificate è ancora un problema da tenere sotto controllo. Solo nel 2010, il 72% dei casi riguardava donne e bambine. È di ieri la storia di Sima, una bambina di dieci anni sfigurata con l’acido dal padre a soli dieci mesi.
La Acid Survivors Foundation (Asf) lavora con le vittime dell’acido, fornendo cure mediche all’avanguardia, riabilitazione, assistenza psicologica e legale, nell’ottica di reinserire nella comunità queste persone – per lo più donne e bambini – e sensibilizzare la società sul problema. (N.I.)
Nel 1999, i casi di attacchi portati con l’acido sono stati 115. Un numero destinato a salire in maniera esponenziale negli anni successivi: 174 nel 2000; 252 nel 2001; 367 nel 2002. Di anno in anno, grazie al lavoro della Asf – che si avvale di tecnologie all’avanguardia e ha un ampio personale medico volontario, anche straniero – è cresciuto di pari passo il numero dei sopravvissuti: 138 nel 1999; 234 nel 2001; 349 nel 2002. Dalla fondazione della Asf, le statistiche globali parlano di 3.194 sopravvissuti.
Proprio nel 2002, su pressione di ong nazionali e internazionali, il governo ha varato una severa legge contro tale fenomeno, che ha portato alla condanna di 53 persone solo quell’anno. Nel 2003, il numero delle condanne balza a 96, per poi scendere in modo netto a 50 l’anno seguente.
Dall’inizio di quest’anno, l’associazione ha registrato solo 63 nuovi attacchi, contro 80 casi di persone sopravvissute. Nonostante gli incidenti siano in diminuzione, il fenomeno delle acidificate è ancora un problema da tenere sotto controllo. Solo nel 2010, il 72% dei casi riguardava donne e bambine. È di ieri la storia di Sima, una bambina di dieci anni sfigurata con l’acido dal padre a soli dieci mesi.
La Acid Survivors Foundation (Asf) lavora con le vittime dell’acido, fornendo cure mediche all’avanguardia, riabilitazione, assistenza psicologica e legale, nell’ottica di reinserire nella comunità queste persone – per lo più donne e bambini – e sensibilizzare la società sul problema. (N.I.)
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