18/01/2012, 00.00
ASIA
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Banca mondiale: Scende la crescita globale verso una crisi da cui “non si salva nessuno”

L’economia del pianeta crescerà solo del 2,5, rispetto alle previsioni del 3,6. Scendono zona euro, Usa, Cina, India, Giappone. La crescita nei Paesi in via di sviluppo sarà del 5,4; nei Paesi ricchi dell’1,4. Favorire ammortizzatori sociali e programmi di infrastrutture. I prezzi delle derrate alimentari sono scesi del 14%, ma il problema del cibo rimarrà cruciale per i Paesi poveri.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La Banca mondiale ha tagliato le sue previsioni sulla crescita globale, mettendo in guardia anche le nazioni emergenti. Se la crisi persiste soprattutto nella eurozona, la discesa sarà molto dura e nessuna nazione verrà risparmiata.

Presentando il rapporto sull’economia globale, Justin Lin, capo economista dell’organismo, ha detto che l’economia del pianeta crescerà solo del 2,5% nel 2012 (rispetto alle previsioni del 3,6); l’area dell’euro si contrarrà allo 0,3% (su stime precedenti dell’1,8); gli Usa cresceranno del 2,2 (rispetto al 2,9). Per il 2012 vengono ritoccate anche le prospettive di crescita del Giappone (1,9% da 2,6); della Cina (8,4 dall’8,9) e dell’India (1,9 dal 6,5%)


I dati rilasciati oggi in Asia (ieri negli Usa), sono impressionanti se paragonati con le previsioni del 2011 (2,7%), del 2010 (4,1) e del 2009 (2,9). La Bm ha però anche aggiunto che “perfino giungere a questi debolissimi risultati è molto incerto” e che se l’eurozona peggiorasse ancora di più, il “risultato negativo sarebbe ancora più lungo e più profondo” della precedente crisi del 2008, e nessuna nazione sarebbe risparmiata.

La crescita per le nazioni in via di sviluppo sarà del 5,4% (la previsione era del 6,2) e quelle delle nazioni ricche dell’1,4 (dal 2,7 pronosticato).

La Bm raccomanda di mettere al primo posto u impegno negli ammortizzatori sociali e lanciare programmi di infrastrutture. Essa fa notare che, anche grazie alla crisi, nella maggior parte dei Paesi in via di sviluppo  molti prezzi sono scesi e l’inflazione è diminuita. Nonostante ciò, si aggiunge “la sicurezza del cibo per i più poveri – compreso il Corno d’Africa – rimane una preoccupazione fondamentale”. Da un picco nel febbraio 2011 (in corrispondenza con la “primavera araba”), i prezzi sono scesi del 14%.
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