Baghdad, scontri fra manifestanti anti-corruzione e polizia: due uccisi
Sono i primi incidenti mortali da mesi a piazza Tahrir, cuore della protesta. Le due vittime centrate al volto e al collo da proiettili di gas lacrimogeno. Decine di feriti fra dimostranti e forze di polizia. Alcune fonti riferiscono dell’uso di munizioni vere per disperdere la folla. Il Primo Ministro ha ordinato un’inchiesta sugli incidenti.
Baghdad (AsiaNews/Agenzie) - È di almeno due manifestanti uccisi il bilancio degli scontri avvenuti nella notte di ieri fra cittadini e forze di sicurezza nel centro di Baghdad, secondo quanto riferiscono fonti mediche e della sicurezza. Si tratta dei primi incidenti mortali da mesi a piazza Tahrir, che è diventata un simbolo delle proteste anti-governative di massa dello scorso anno.
Fonti ospedaliere a Baghdad affermano che i due uccisi - la cui identità non è stata al momento rivelata - sono stati centrati al volto e al collo da proiettili di gas lacrimogeno e sono deceduti a causa delle ferite. Negli scontri si sono registrati almeno 26 feriti fra i manifestanti; feriti lievi anche fra le forze di sicurezza.
Dal primo ottobre scorso la nazione araba è teatro di un vasto movimento di protesta contro governo e autorità. Le manifestazioni, represse con la forza dalla polizia, hanno portato alle dimissioni del premier Adel Abdul Mahdi, ma i dimostranti - senza distinzioni etniche, confessionali, religiose - mirano alla caduta dell’intera classe politica. La stretta si è rafforzata a fine novembre, in seguito al doppio assalto al consolato iraniano a Najaf, e ha causato un totale di oltre 450 morti e 20mila feriti.
I dimostranti si sono riuniti a piazza Tahrir e si sono diretti verso la vicina piazza Tayaran intonando slogan e canti contro il taglio delle forniture elettriche. Una questione essenziale, nel pieno dell’estate e con temperature che arrivano a toccare i 50 gradi. Gli agenti hanno cercato di contenere la protesta sparando gas lacrimogeni; i cittadini hanno risposto con pietre e bombe Molotov. Alcune fonti, fra le quali l’attivista pro diritti umani Ali Bayati, affermano che le forze di sicurezza avrebbero utilizzato anche munizioni vere per disperdere la folla.
In un discorso trasmesso alla televisione il Primo Ministro Mustafa al-Kadhimi ha sottolineato che le proteste “sono un atto legittimo e le forze di sicurezza non hanno il permesso di aprire il fuoco, nemmeno un proiettile, in direzione dei manifestanti”. Egli ha quindi aggiunto di aver ordinato l’apertura di una inchiesta per verificare i fatti e di attendere i risultati entro le prossime 72 ore.
Il portavoce militare Yehia Rasool afferma in una nota che gli agenti hanno ricevuto ordini stringenti di non utilizzare la forza contro i manifestanti, se non “in casi di stretta necessità”.
30/12/2019 11:32
19/12/2019 10:33