Ayatollah sciita lancia la fatwa: cristiani irakeni, conversione all’islam o morte
Baghdad (AsiaNews) - Avvento di luci e ombre per i cristiani in Iraq, che festeggiano la riapertura della cattedrale di Baghdad ma devono subire al contempo nuove - e pesantissime - minacce da parte di un leader islamico radicale sciita. Dagli studi di un'emittente televisiva con base in Egitto, l'ayatollah irakeno lancia una fatwa contro la minoranza religiosa alla vigilia del Natale: "Conversione all'islam, oppure la morte". Tuttavia, la forza della fede vince anche la paura della violenza come testimoniato dalle celebrazioni per la "rinascita" della cattedrale Siro-cattolica della capitale, teatro di un sanguinoso attacco a fine ottobre 2010 (cfr. AsiaNews 31/10/2010 Al Qaeda attacca una chiesa a Baghdad, è strage)
In un'intervista rilasciata il 13 dicembre scorso alla televisione egiziana Al Baghdadia, l'ayatollah sciita Ahmad Al Hassani Al Baghdadi ha lanciato una fatwa contro i cristiani in Iraq. Bollandoli come "politeisti" e "amici dei sionisti", il leader estremista ha sottolineato che essi devono scegliere "o l'islam o la morte", mentre "le loro donne e ragazze possono essere legittimamente considerate mogli dei musulmani". Al Baghdadi è noto per le sue posizioni "jihadiste" e per aver attaccato in passato gli americani durante la presenza nel Paese; oggi egli vive in Siria e sostiene l'opposizione armata.
Fonti cattoliche della capitale riferiscono ad AsiaNews che si tratta di "una fatwa molto grave", ma "è difficile che la gente possa essere turbata più di tanto". Il governo presta "attenzione" a questi proclami estremisti, tuttavia non è escluso che simili parole possano "creare panico in alcune aree della capitale", dove i cristiani "sono pochi".
Questa mattina intanto il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, ha presieduto la cerimonia di riconsacrazione della restaurata cattedrale siro-cattolica di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso. Il luogo riaperto ieri al culto e ai fedeli, è stato teatro il 31 ottobre 2010 di una strage compiuta da un commando di al Qaeda, in cui morirono circa 50 fedeli e due sacerdoti.
Durante l'omelia il cardinale ha subito ricordato la "testimonianza offerta dai numerosi nostri fratelli e sorelle" che "preceduti da due giovani ed eroici sacerdoti" hanno "unito per sempre la loro vita a Cristo Gesù". Egli ha sottolineato i "lodevoli sacrifici" che hanno permesso la riapertura della cattedrale e ricordato che, attraverso il conforto e la speranza "il Signore incoraggia i cristiani orientali, e particolarmente quelli dell'Iraq, alla comunione e alla testimonianza". Portando i saluti di papa Benedetto XVI, il card Sandri ha invocato il Signore, perché "per le lacrime sparse in questo luogo sacro, il buon seme della comunione e della testimonianza porti molto frutto".
Il porporato vaticano si trova in Iraq per una cinque giorni di visita ufficiale, iniziata lo scorso 13 dicembre; oltre alla consacrazione, il card Sandri ha partecipato al concerto di Natale organizzato per l'Anno della fede nella cattedrale armena della capitale, mentre nei prossimi giorni visiterà Kirkuk ed Erbil, nel nord.