Attivista indiano: sulla libertà religiosa ha ragione il Papa
Se la società desidera una pace sostenibile, ci deve essere libertà religiosa e libertà di coscienza: la mancanza della libertà religiosa conduce all’intolleranza, a ostilità e tensioni.
La libertà religiosa presuppone che lo Stato non intervenga nella sfera della religione, e che non eserciti un controllo sulle coscienze: tutte le democrazie del mondo devono assicurare e garantire la libertà di religione. Il progresso e lo sviluppo di una democrazia saranno il risultato di una società pacifica e tollerante.
Quando tutta la popolazione, comprese le minoranze linguistiche e i gruppi etnici, hanno la libertà di praticare la propria fede, i riti e le espressioni religiose, questo conduce a una società armoniosa e unita, che crea un ambiente favorevole per il progresso e la prosperità della nazione.
Ogni società che non garantisce la libertà religiosa produce e stimola un fascismo comune. Il nazionalismo in politica è preliminare al fascismo. Nel fascismo nazionalista c’è l’abuso della filosofia fondamentalista religiosa nel nome del bene politico, per usurpare il potere politico e tentare di stabilire una supremazia nella società.
Per esempio in India le forze fasciste indù abusano della loro religione per portare il voto a politici. Ma il Bharatiya Janata Party (Bjp – il partito nazionalista indù) e il resto del Sangh Parivar non sono intimoriti dalla spaventosa prospettiva. Mentre non c’è alcuno sforzo per risolvere i principali problemi sociali come la povertà, la disoccupazione, la sanità e la giustizia.
In India, oggi, non si tratta solo di nazionalismo in politica, ma piuttosto di fascismo di Stato sotto le brigate Hindutva [la destra nazional-religiosa indù, ndR]. Il Rashtriya Swayamsevak Sangh (Rss) è una forza fascista indù nata nel 1925. Il suo fondatore Guru Golwalker, che aveva massima stima di Hitler e Mussolini, descriveva l’India come un Paese di puri indù, e gli islamici come cittadini di seconda classe. Il massacro del Gujarat del 2002 e il massacro del Kandhamal in Orissa nel 2008 sono stati una realizzazione di questo male. Dove ogni cosa è stata polarizzata e i sostenitori sono solo un esempio delle forze nazionaliste fasciste.
In India distruggere la democrazia laica significa distruggere la sua unità e integrità. Per questo è tanto attuale quello che Sua Santità il Papa - che è il più rispettato leader spirituale, e un ardente difensore della pace e dei diritti umani nel mondo – ha detto nella sua profetica invocazione nella Giornata mondiale della pace: che la libertà religiosa è la via verso la pace.
Il pericolo posto dalla dittatura di casta ha creato un nuovo legame tra nazionalismo fascista e indù, e una struttura basata sull’esclusione. Fino a quando tutte le forze progressiste collaborano per eliminare il bramanesimo dalle loro radici, la dittatura patriarcale dei Manu non rimarrà tale e si svilupperà. Anche se ben poco può essere fatto in così breve tempo, il fascismo nazionalista non è stato cacciato. Il pericolo del fascismo nazionalista indiano per il mondo intero è che una persona ogni cinque al mondo sia indiana.
Lo stesso può dirsi delle forze fasciste nazionaliste in Pakistan, dove la maggioranza vuole usurpare il potere politico e discriminare le minoranze, colpendole con violenze e soggiogandole a uno status di cittadini di seconda classe.
Per questo la libertà religiosa è la base della democrazia. Le forze politiche usano la mancanza di libertà religiosa per emarginare le minoranze. La politicizzazione della religione è causata dalla mancanza di libertà religiosa in una società.
È urgente che i leader mondiali prendano in seria considerazione il messaggio del Santo Padre – che la libertà religiosa è la via verso la pace – se vogliono promuovere una pace sostenibile in tutto il mondo.