26/03/2014, 00.00
TURCHIA
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Atti vandalici contro una chiesa ortodossa a Istanbul

di NAT da Polis
Alcuni giovani sono penetrati nella chiesa creando caos ovunque e rubando alcuni oggetti sacri. Essi hanno anche lasciato due bandiere del partito filo-curdo. Possibili provocazioni prima delle elezioni amministrative. La polizia non è intervenuta. Il dolore e lo sdegno del Patriarca Bartolomeo.

Istanbul (AsiaNews) - Un luogo sacro alla cristianità ortodossa è stato profanato da un gruppo di giovani teppisti, apparentemente legati al partito HDP (democratico popolare) filocurdo. La polizia non è voluta intervenire. La profanazione è avvenuta lo scorso 23 marzo presso la chiesa di Agia Paraskevi a Kazilcesme, a ridosso delle antiche mura bizantine di Costantinopoli (v. foto di Nikos Manginas). La chiesa è famosa per la presenza di una fonte d'acqua, santificata secondo la tradizione orientale di rito bizantino.

Athanasios Ozkaremihologlu, il custode del luogo sacro, ha raccontato che un gruppo di giovani ha sfondato il portone dell'edificio e ha creato disordine ovunque. Alla fine il gruppo ha asportato anche diversi oggetti sacri e la campana della storica chiesa. Il custode ha trovato rifugio nel vicino commissariato di Polizia, dove però gli agenti, si sono rifiutati di intervenire, dichiarando che un loro intervento avrebbe fatto precipitare la situazione.

Il fatto increscioso è avvenuto a pochi giorni dalle elezioni amministrative, che si terranno il 30 marzo. L'atto vandalico cade nel periodo di festa di Nouruz, il capodanno che si celebra con l'arrivo della primavera, caro alle popolazioni mesopotamiche e in voga fra i gruppi di origine curda. Prima di andarsene dal luogo santo, i giovani hanno lasciato due bandiere del partito HDP, nelle cui file aderiscono molti turchi di origine curda.

Osservatori commentano che questi fatti rientrano nella più classica delle situazioni in Turchia, come provocazione alla vigilia delle elezioni amministrative che segneranno il futuro dell'Akp, il partito al governo nel Paese fin dal 2002. Il Patriarca ecumenico Bartolomeo I, venuto a conoscenza dei fatti, ha espresso il suo rammarico e sdegno, esortando gli addetti alla sicurezza a far piena luce sull'episodio.

 

 

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