Attacchi talebani a Kabul: In Afghanistan nulla è cambiato
Kabul (AsiaNews) - L'assalto di questa mattina contro l'aeroporto di Kabul costato sette morti, tutti attentatori, è l'ennesimo colpo alla politica della "Peace in progress", declamata dagli Stati Uniti e dal governo Karzai. Secondo fonti di AsiaNews, anonime per motivi di sicurezza, "dal 2001 l'Afghanistan è un campo di battaglia. Nulla è cambiato. 'Peace in progress' sono solo due termini vuoti senza significato...tutta la popolazione attende il 2014, data fissata per il ritiro completo delle truppe straniere".
Testimoni locali affermano che lo scontro di questa mattina è durato almeno un'ora. Le esplosioni si sono avvertite in tutta la capitale. Poche ore dopo l'assalto, avvenuto intorno alle 4.00 (ora locale), i talebani hanno rivendicato l'atto, sostenendo che il loro obiettivo era colpire la parte dell'aeroporto controllata dalle truppe statunitensi. Secondo il loro portavoce, Zabihullah Mujahid, almeno 44 soldati sarebbero morti, dati non confermati dal gen. Salangi, capo della polizia di Kabul, che ha annunciato invece l'uccisione di sette talebani. Cinque sono stati colpiti dalle truppe afghane, due si sono fatti esplodere.
In due settimane questo è il secondo assalto dei talebani a Kabul. L'ultimo è avvenuto lo scorso 27 maggio in pieno centro ed è costato la vita a quattro persone e decine di feriti. Fra essi anche l'italiana Barbara de Anna, funzionaria dell'organizzazione internazionale per le migrazioni, attualmente ricoverata in Germania per le gravi ustioni riportate.
Alle azioni militari su larga scala si aggiungono anche gli omicidi mirati contro le truppe straniere. Lo scorso 8 giugno il capitano Giuseppe La Rosa (bersagliere italiano) è stato ucciso a Rafah da una granata lanciata da un ragazzo di 11 anni. Lo stesso giorno tre soldati statunitensi sono stati uccisi da colleghi afghani che hanno rivolto le armi contro di loro, sparando a bruciapelo. La salma del soldato italiano è giunta oggi all'aeroporto militare di Ciampino (Roma). I funerali in forma privata si terranno domani a Barcellona Pozzo di Gotto (Messina).
In gergo militare, tali azioni si chiamano "Insider Attacks", e secondo fonti di AsiaNews, sono un segno del risentimento della popolazione verso le truppe di occupazione "Da diversi anni - affermano - gli afghani vivono due sentimenti contrapposti: la rassegnazione e l'ira. Il primo si deve alla situazione di guerra e instabilità che di fatto colpisce il Paese fin dall'invasione sovietica. Il secondo deriva invece dall'immobilismo politico ed economico di questi ultimi anni e dalla pretesa degli occidentali di sviluppare una società religiosa attraverso il laicismo."
Dal 2002 al 2010, il governo statunitense ha destinato un totale di 35 miliardi di dollari per lo sviluppo del Paese. Secondo le fonti "tale denaro è finito nelle mani dei politici. Alla popolazione non è arrivato un centesimo. Sul piano umano, i militari invece di cercare un dialogo con la gente, ostentano il loro laicismo in un Paese dove non è concepibile un uomo senza Dio". Ciò ha generato da un lato un forte nazionalismo e dall'altro un ritorno all'islam. "Molti giovani - continuano - hanno iniziato a considerare l'islam come soluzione ai problemi. Il timore è che il dio denaro imposto dall'occidente possa allontanare la gente da Dio".
Per le fonti tale situazione durerà finché le agende dei Paesi stranieri che occupano l'Afghanistan contempleranno solo la sicurezza e la lotta al terrorismo armato come unica strada per il bene della popolazione. "Gli afghani - concludono - desiderano la pace, ma purtroppo stanno perdendo la speranza". (S.C.)