Arrestati studenti: protestavano contro la guerra fra esercito birmano e Arakan
Almeno 14 sono già finiti in prigione, altri 30 sono ricercati dalla polizia. I giovani sono parte della All Burma Federation of Student Unions (Abfsu) e manifestavano per un conflitto che ha causato centinaia di vittime, anche bambini. Universitario a Meiktila: governo ed esercito “non vogliono la pace”.
Yangon (AsiaNews/Agenzie) - La polizia del Myanmar ha arrestato 14 attivisti universitari per aver promosso proteste e manifestazioni contro il conflitto nello Stato occidentale di Rakhine fra esercito governativo birmano e soldati del gruppo ribelle buddista Arakan Army (Aa). Secondo quanto riferisce un leader del movimento studentesco, altri 30 sarebbero sfuggiti al fermo e risultano al momento ricercati dalle forze dell’ordine.
Gli studenti, la maggior parte dei quali sono membri del gruppo All Burma Federation of Student Unions (Abfsu), hanno organizzato a più riprese dimostrazioni e attività di sensibilizzazione sulla guerra nello Stato occidentale, che ha causato anche vittime fra i bambini. Nell’ultimo periodo i giovani hanno affisso cartelli e fogli nelle bacheche degli atenei di diverse città, fra cui Mandalay (la seconda per importanza del Paese), Pakokku e Monywa.
La Abfsu è una organizzazione ombrello che raggruppa diversi movimenti e gruppi studenteschi e che si batte per la libertà accademia, per i diritti degli studenti e le loro libertà in tutto il Sud-est asiatico, non solo in Myanmar. Essi chiedono la fine del conflitto fra esercito birmano e Arakan Army, divampato alla fine del 2018 e che ha causato la morte di oltre 300 civili, il ferimento di quasi 700 e la fuga dalle proprie case di 220mila persone.
Gli studenti domandano inoltre la fine della censura e del blocco a internet in atto nelle aree interessate dalla guerra.
Fra gli arrestati vi sono tre giovani della Yadanabon University, altri tre della Meiktila University e della Monywa University, uno della Pakokku University e due della Pyi University. Gli atenei si trovano nelle regioni di Mandalay, Sagaing, Bago e Magway. Alcuni fra loro sono stati fermati all’esterno degli edifici o mentre stavano facendo campagna attiva contro la guerra.
Essi sono accusati in base alla sezione 19 della legge sulle Assemblee e le dimostrazioni pacifiche, alla legge 505 (a e b) del Codice penale e alla sezione 25 della legge sulla Gestione dei disastri naturali. In caso di condanna rischiano una pena fino a due anni di prigione e una multa.
Raggiunto da Radio Free Asia (Rfa) in una località segreta, dove si è nascosto per evitare l’arresto, Swam Pyae Tun dell’università di Meiktila sottolinea che la polizia ha arrestato gli studenti ma non i sostenitori di partiti politici che hanno dimostrato violando le restrizioni in atto il Covid-19. “Chiedevamo la fine duella guerra civile - aggiunge - perché noi vogliamo solo la pace. La polizia non ha arrestato le migliaia di persone che prendevano parte alla campagna elettorale, ma hanno fermato solo noi in base a norme pretestuose. Governo e militari non vogliono la pace”.
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