Armi e petrolio: cresce l'asse Mosca-Pechino, tenendo fuori gli Usa
Mosca (AsiaNews/Agenzie) – Per celebrare in Russia il 2007 come Anno della Cina, Pechino presenta oggi un programma pieno di importanti incontri, dibattiti e festival che sottolineano i crescenti rapporti economici e strategici. Dietro la retorica, c’è la volontà di affermare la reciproca collaborazione in campo economico, energetico, militare e per la politica mondiale.
L’ambasciata cinese a Mosca ha rivelato che il presidente Hu Jintao e il premier Wen Jiabao saranno a Mosca per presenziare, rispettivamente, a marzo all’apertura delle cerimonie e a novembre per la chiusura. Sono anche previsti diversi incontri tra le alte cariche dei due Stati. Il 2006 in Cina è stato l’Anno della Russia, con celebrazioni di alto livello.
Esperti osservano che, al di là della retorica, i due Stati vogliono aumentare i rapporti in campo economico ed energetico ma anche nel settore militare e nella politica internazionale. Pechino acquista da Mosca il 90% dei suoi armamenti, per una spesa annua di oltre 3 miliardi di dollari Usa, che costituisce anche il 40% delle vendite militari russe. La Cina ha bisogno della tecnologia russa e, secondo gli esperti, la principale collaborazione tra i due Stati avviene, senza clamore, nelle ricerche sui missili balistici, nella tecnologia nucleare e nell’esplorazione dello spazio.
Negli ultimi mesi i due Stati hanno più volte assunto posizioni comuni in contrasto con gli Stati Uniti, mostrando la crescente emersione del loro potere soprattutto in ambito regionale. Gli analisti ricordano che mentre Washington minaccia l’Iran di sanzioni se non rinuncia al programma nucleare, Cina e Russia hanno più volte prospettato l’utilizzo del loro veto in sede Onu. A gennaio Pechino e Mosca hanno posto il veto a una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, chiesta dagli Stati Uniti per le continue violazioni dei diritti umani operate dal regime militare del Myanmar; il Myanmar è un vecchio alleato della Cina. I due Stati fanno parte della Shanghai Cooperation Organization, che comprende vari Stati dell'Asia centrale, nonché gli “osservatori” Iran, India e Pakistan, e che vede crescere la collaborazione politica e militare.
La China State Construction and Engineering Co. partecipa alle opera per rendere la torre Federatsia, alta 432 mt. a Mosca, la più alta costruzione d’Europa. Ren Qinxin, responsabile a Mosca per la ditta, commenta al South China Morning Post che “il clima politico si è stabilizzato e nel 2007 e nel 2008 le ditte cinesi prenderanno parte a sempre più progetti in Russia”.
Nel 2008 in Russia ci saranno le elezioni presidenziali e gli analisti commentano che Putin vuole prima di allora portare avanti la collaborazione con la Cina, per presentarsi come autore della rinnovata potenza mondiale russa a danno degli Stati Uniti. Nel 2006 Hu e Putin si sono incontrati tre volte, più di quanto abbiano fatto con altri leader mondiali. L’anno della Cina fornirà ancora maggiori occasioni di incontro.
Ma altri esperti osservano che entrambi i Paesi rivendicano un ruolo leader nell’Asia centrale e i rapporti sono complicati da oltre 10 secoli di rivalità. La Cina da anni insiste per la creazione di un oleodotto dai pozzi russi per sostituire l’attuale trasporto ferroviario. Ma la Russia appare indecisa sulla conclusione di questo accordo, che renderebbe molto più stretti i loro rapporti. Pechino lamenta anche la non perfetta qualità di aeroplani e ricambi militari fornitile da Mosca. Intanto rimane non risolta una disputa sugli esatti confini tra i due Stati.
Per questo Dmitri Trenin, vice direttore del Carnegie Moscow Centre, osserva che i due Stati nell’immediato futuro rimarranno “partner, non alleati”.
29/03/2007