Accordo sulla crisi fra il presidente Hadi e le milizie Houthi
Sanaa (AsiaNews/Agenzie) - Il presidente yemenita Abed Rabbo Mansour el-Hadi e le milizie Houthi, sciite, sono giunti ad un accordo per uscire dalla crisi dopo diversi giorni di violenze e la presa del palazzo presidenziale, insieme all'accumulo di importanti quantità di armi e attrezzature militari.
Secondo il testo pubblicato dall'agenzia ufficiale Saba, i miliziani s'impegnano a liberare il palazzo e il capo di gabinetto di Hadi, Ahmad Awad ben Moubarak. In cambio, sarà cambiato il testo della nuova costituzione, così che gli Houthi e le altre minoranze potranno avere una "rappresentanza equa" nelle isitituzioni dello Stato.
Inoltre, presidente e Houthi si impegnano a "normalizzare" immediatamente la situazione della capitale, dove nei giorni scorsi sono state uccise 35 persone e ferite almeno 94.
Gli Houthi sostengono di essere stati esclusi dal progetto di costituzione, che prevede uno Stato federale in sei regioni. Gli Houthi, in maggioranza nella regione del Nord, sostengono che la nuova conifgurazione porterebbe il nord a non avere un accesso al mare. In più, essi dicono che la suddivisione progettata divide le zone ricche del paese dalle zone povere, condannandole alla miseria.
In effetti il Paese soffre di profonda divisione, alto grado di corruzione e molta povertà: su una popolazione di circa 26 milioni, almeno 10 milioni vivono al di sotto della soglia di povertà.
Il Consiglio di sicurezza dell'Onu aveva condannato il tentativo di colpo di Stato del gruppo Houthi, anche se questi avevano sostenuto che il presidente "era libero". Anche il Consiglio di cooperazione del Golfo, che raduna re ed emiri sunniti, aveva difeso il presidente Hadi. I Paesi del Golfo temono la crescita di potere del gruppo sciita perché lo vedono come alleato del nemico iraniano.
John Kerry, segretario di Stato Usa, ha appoggiato subito l'accordo raggiunto ieri. Il nemico principale degli Usa in Yemen è la branca locale di al Qaeda. Nelle scorse settimane, il gruppo di al Qaeda nella penisola arabica ha rivendicato gli attentati di Parigi a Charlie Hebdo e al negozio kosher, in cui sono morte 17 persone.