05/09/2011, 00.00
INDIA
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A 14 anni dalla morte, Madre Teresa insegna all’India la dignità umana

di Nirmala Carvalho
Leader religiosi in preghiera attorno alla tomba della religiosa, beatificata nel 2003 da Giovanni Paolo II. P. Cedric Prakash, direttore del centro per diritti umani, giustizia e pace “Prashant”: “Impariamo dall’insegnamento di Madre Teresa, rivolgiamoci ai poveri dando loro dignità e valore. Solo così sconfiggeremo la corruzione”. Anche la nazionale di calcio argentina in visita alla tomba della beata.
Mumbai (AsiaNews) – “Ogni giorno circa 10 persone muoiono a Khaligat. Si spengono con dignità e col sorriso, toccati dall’amore di Cristo che Madre Teresa e le missionarie portano loro”. Suor Alex, una Missionaria della carità che lavora al Nirmal Hriday (Casa del cuore puro), ricorda la religiosa di Calcutta – beatificata da Giovanni Paolo II nel 2003 – nel giorno della sua memoria liturgica, che è anche la data della sua morte. Oggi, intorno alla sua tomba nella sede delle Missionarie della carità a Calcutta, leader religiosi cristiani, indù, musulmani e jainisti si sono raccolti in preghiera, sul tema: “Amatevi come io vi ho amato”. Inoltre a Ernakulam (Kerala), si conclude oggi una mostra sulla vita e le attività di Madre Teresa (28 agosto – 5 settembre).

Il Nirmal Hriday di Khaligat è il primo ospizio fondato da Madre Teresa nel 1952, per raccogliere, curare e pulire i moribondi abbandonati nelle strade di Calcutta. “In questa Casa – spiega la religiosa – abbiamo fatto ricongiungere decine di migliaia di persone a Dio. Li abbiamo lavati. Li abbiamo rivestiti. Sono morti con dignità, sapendo che negli ultimi momenti erano amati”.

Sr. Alex sottolinea: “La gente è assetata d’amore, ma non solo di amore umano, perché le nostre anime sono create per Dio. Negli occhi dei poveri moribondi che vengono portati qui a Khaligat c’è spesso una disperazione senza speranza. Poi, subito dopo essere ‘toccati’ dalle cure e dalla compassione delle missionarie, sono infusi di dignità. Nonostante il loro respirare a fatica, sono ristorati e muoiono sorridendo, circondati dall’amore di Gesù. Tutte le comodità del mondo non possono saziare la sete che l’essere umano ha dentro di sé, solo Cristo può dissetarli”.

Per il gesuita p. Cedric Prakash, direttore di Prashant, centro per diritti umani, giustizia e pace con sede ad Ahmendabad, Madre Teresa “rappresenta una sfida per ciascuno di noi”, e la sua opera deve essere d’insegnamento anche nella lotta contro la corruzione. Negli ultimi mesi il governo indiano ha portato in Parlamento un disegno di legge anticorruzione (Lokpal Bill), che ha però incontrato le resistenze del “gandhiano” Anna Hazare. Attraverso continui scioperi della fame, l’attivista ha al momento bloccato l’esame in Parlamento, nella speranza di presentare una propria proposta di legge. “L’India – spiega il sacerdote – ha bisogno dei valori che Madre Teresa ha rappresentato, nutrito e testimoniato con tutta la sua vita”.

Ieri, anche la nazionale argentina di calcio, in India per una partita contro il Venezuela, ha reso omaggio alla tomba di Madre Teresa.
 
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