Orissa: indù bruciano case e chiese di cristiani. Tre morti per asfissia
Bubaneshwar (AsiaNews) – Ancora violenze nel distretto di Kandhamal dove è in atto un vero e proprio pogrom dei cristiani. Ieri notte, nella zona di Raikia, altre tre persone sono morte per asfissia, mentre le loro case venivano bruciate da gruppi di radicali indù.
Con quelle di stanotte, salgono a 5 le vittime delle violenze scatenate dopo la morte del leader del Vhp (Vishwa Hindu Parishad), Swami Laxanananda Saraswati.
Ieri in due diversi incidenti sono morti la missionaria laica Rajani Majhi di 21 anni (in precedenza si pensava fosse una religiosa), arsa viva mentre cercava di salvare gli ospiti di un orfanotrofio della missione di Bargarh, e un uomo, anch’egli bruciato vivo, a Kandhamal. Intanto cresce il numero di chiese cattoliche e protestanti distrutte e incendiate, case razziate e bruciate, villaggi assediati, scuole assalite. Molte persone sono fuggite nella foresta e non hanno cibo né riparo.
Stamane una chiesa cattolica e 5 case di cristiani sono state date alle fiamme nel villaggio di Badimunda.
Il p. Dibakar Pariccha, di Giustizia e Pace di Bubaneshwar, ha stilato una lista delle violenze (che riportiamo altrove) e ad AsiaNews indica le urgenze della situazione: “in tutto lo Stato, e soprattutto nel distretto di Kandhamal molte famiglie sono senza cibo, moltissimi senza tetto e perfino senza abiti per coprirsi. La notte scorsa, con tutta la forte pioggia, molta gente era nascosta nella foresta all’addiaccio. La condizione di bambini e donne è indescrivibile. I bambini non possono andare a scuola e sono traumatizzati dalle violenze; le donne esauste di fronte alla distruzione delle loro case e delle loro famiglie”.
Intanto polizia ed esercito cercano di garantire l’ordine, ma razzie e assedi continuano anche oggi, dopo lo sciopero di ieri voluto dai radicali indù, che ha bloccato il traffico di tutto lo Stato dell’Orissa. Su tutto il distretto di Kandhamal è stato imposto il coprifuoco a tempo indefinito. Personale antisommossa è stato posto davanti a obbiettivi sensibili, come istituzioni cristiane, scuole, collegi.
Per l’assassinio di Swami Laxanananda la polizia sospetta dei guerriglieri maoisti. Ma i gruppi radicali indù – in particolare un membro della Vhp, la signora Nivedita Miyar Cuttak - hanno accusato i cristiani. In seguito a ciò, alcuni leader hanno cominciato ad arringare folle di fanatici gridando slogan del tipo: “Uccidete i cristiani e distruggete le istituzioni dei cristiani”.