Kurdistan, proposta una legge per vietare la poligamia
Un Comitato parlamentare presenterà al governo emendamenti al codice civile volti a garantire pari diritti alle donne, “nel rispetto della legge islamica”; proposte modifiche anche su divorzio e eredità, già condannate dai leader musulmani.
Erbil (AsiaNews) – Il parlamento della regione semi autonoma del Kurdistan, in Iraq, discuterà presto un disegno di legge per riformare il codice civile e vietare la poligamia. La proposta arriva dal Comitato parlamentare per la protezione dei diritti delle donne; a riportare la notizia è il sito internet dello stesso governo curdo.
Secondo il Comitato, gli emendamenti, che “si basano sugli accordi internazionali e la natura della comunità curda, mirano ad assicurare parità di diritti tra i due sessi pur rimanendo nel rispetto della legge islamica”. Sociologi e attiviste donne ritengono che la continua crescita economica e politica nella regione comporti necessarie riforme e cambiamenti legislativi. Il codice civile del Kurdistan, risalente al 1959, è considerato troppo sbilanciato a favore dei cittadini maschi. In caso di divorzio all’uomo vanno i due terzi dei beni; se a chiedere la separazione, poi, è la donna, questa perde automaticamente ogni diritto sui beni familiari.
Pakhshan Abdullah Zangana - che guida il Comitato costituito da 10 donne e 2 uomini - spiega che le prime modifiche proposte riguardano la definizione di matrimonio, poligamia, divorzio e diritti di successione. “Siamo giunti alla conclusione - rende noto Zangana - che la poligamia è fuori luogo, considerata l’attuale situazione del Kurdistan; vogliamo emendare anche le norme che regolano il divorzio, in modo che entrambe le parti in causa siano tutelate allo stesso modo dividendo equamente le proprietà domestiche”.
Le autorità religiose hanno già definito le modifiche alla poligamia e quelle all’eredità come “contrarie all’islam”. “Nonostante ciò - assicura il Comitato - il parlamento regionale discuterà comunque il disegno di legge”. Abdu Bakir Majid, un avvocato del tribunale di Erbil, ritiene che la proposta ha buone possibilità di essere approvata, considerando la natura laica della Costituzione del Kurdistan.
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