07/12/2009, 00.00
IRAQ
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Il parlamento irakeno approva la legge elettorale, si vota (forse) il 27 febbraio

Il via libera giunto quasi all’unanimità al termine di una seduta fiume, a pochi minuti dalla scadenza del termine. Soddisfazione del vice-presidente di etnia sunnita, che aveva bocciato la proposta precedente. I seggi passano da 275 a 325, previste quote rosa. Fonti di AsiaNews: è una “tregua” fra le fazioni, ma la tensione “resta alta”.
Baghdad (AsiaNews) – Il parlamento irakeno ha approvato pressoché all’unanimità la nuova legge elettorale, preparando il terreno per il voto in programma nel 2010. Il via libera è arrivato nel corso di una seduta fiume, conclusa poco prima della mezzanotte di ieri, termine ultimo per il varo. Essa dovrebbe mettere la parola fine a un periodo di stallo politico. Fonti di AsiaNews a Baghdad la definiscono una “tregua” fra fazioni politiche, ma la “tensione resta alta”.
 
Con l’approvazione della legge, resta da discutere la data in cui si terranno le elezioni, previste in origine per il 16 gennaio. Il vice-presidente del Parlamento annuncia che potrebbero tenersi il 27 febbraio 2010, ma non è chiaro al momento se saranno ultimati tutti i passaggi necessari per lo svolgimento del voto.
 
Tareq al-Hashemi, vice-presidente di etnia sunnita, si congratula “con tutto il popolo irakeno per questa storica vittoria” e aggiunge che il compromesso raggiunto “tirerà fuori il Paese dal vicolo cieco” nel quale si era infilato e “dai problemi”. Egli aveva bocciato la precedente riforma della legge elettorale, perché non garantiva seggi a sufficienza all’etnia sunnita, minoranza in Iraq seppure al potere durante la dittatura di Saddam Hussein. Tra gli altri elementi di contrasto vi è Kirkuk, città nel nord del Paese, al centro di una disputa fra arabi, curdi e turcomanni per le ingenti quantità di petrolio presenti nel sottosuolo.  
 
La nuova legge prevede un aumento nel numero dei seggi parlamentari, che passa dagli attuali 275 a 325. Ai curdi andranno 41 seggi previsti per le tre province del nord e un’ulteriore dozzina di seggi supplementari. Potranno votare anche gli irakeni all’estero, per il collegio provinciale di origine. La minoranza cristiana disporrà di otto seggi. Previste anche quote rosa: un terzo del Parlamento sarà formato da donne.
 
Fonti di AsiaNews a Baghdad mostrano un cauto ottimismo per la firma dell’accordo. “La tensione – spiegano dalla capitale – fra i gruppi etnici resta alta”. La ratifica sembra più “una tregua”, perché la classe dirigente ha capito “che il popolo irakeno è stanco di litigi, divisioni, violenze che insanguinano il Paese”.
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