Ucciso il leader del più grande movimento ribelle birmano
Mae Sot (AsiaNews) – Nessuna notizia sui media birmani dell’omicidio del leader dell'Unione nazionale karen (Knu), il più consistente dei gruppi etnici in lotta contro il regime birmano, ucciso ieri nella sua abitazione a Mae Sot, in Thailandia. “Giornali e la tv non hanno parlato della vicenda – raccontano ad AsiaNews da Yangon – e la gente lo ha saputo tramite le radio gestite dall’opposizione all’estero”.
Il Segretario generale del Knu, Mahn Sha, è stato raggiunto ieri sera da colpi di arma da fuoco esplosi da due uomini arrivati nella sua casa a bordo di un pick-up. Al momento non vi sono rivendicazioni dell’assassinio e circolano solo ipotesti sui mandanti. I sospetti sono andati subito su sicari della giunta militare birmana, ma non si esclude si tratti forse di una resa dei conti interna allo stesso gruppo. È questa la pista che sta seguendo la polizia thailandese, impegnata nelle indagini. “Dalle prime ricostruzioni - riferisce il colonnello Pasawat, Mahn Sha - è emerso che gli assassini erano anche loro karen e, dopo aver parlato con alcuni testimoni, riteniamo che sia una questione interna all'Unione nazionale karen. Tuttavia, dobbiamo continuare a indagare”. In Thailandia vive in esilio politico la gran parte della vecchia leadership del movimento.
Lo stesso figlio di Mahn Shan, Hse Hse, anche lui membro del movimento ribelle, punta il dito contro il gruppo scissionista dei karen buddisti che a metà degli anni ’90 ha firmato una tregua con il governo. “È il lavoro del Dkba e dei soldati birmani”, ha detto Hse Hse riferendosi al Democratic Karen Buddhist Army.
Mahn Sha, 64 anni, aveva assunto la leadership dell'organizzazione nel 2000, sostituendo Bo Mya, malato, poi deceduto nel 2006. In una recente intervista, commentando l’annuncio del regime birmano del referendum sulla Costituzione per maggio aveva previsto un aumento delle violenze. “Tutti sono terrorizzati dalla possibilità che i militari potrebbero aver diffuso in Thailandia una lista di nominativi da eliminare”, aveva denunciato.
I karen vivono nella zona orientale della ex Birmania, al confine con la Thailandia, e combattono da 60 anni per il riconoscimento della propria identità e l'autodeterminazione. Secondo l’organizzazione Thailand Burma Border Consortium, solo nel 2007 sono stati 76mila i karen costretti a fuggire dalle loro case, mentre almeno 167 villaggi sono stati distrutti.