Orissa: la caccia al cristiano di Natale, mentre la polizia non interviene
New Delhi (AsiaNews) – Centinaia di famiglie sono ancora senza tetto nell’orientale Stato dell’Orissa, oltre un mese dopo che indù estremisti hanno devastato e incendiato chiese, abitazioni e negozi dei cristiani. In molte zone del distretto di Kandhamal vige ancora il coprifuoco notturno, con divieto di accesso per i media. La strada che corre ai margini della foresta attraversa interi villaggi ridotti a cumuli di macerie. Ma il tardivo e insufficiente intervento delle autorità suscita gravi quesiti sulle responsabilità e la volontà di impedire le violenze.
Secondo testimoni, la scintilla è scoppiata il 24 dicembre nel villaggio Bamunigam, vicino alla stazione di polizia di Daringibadi Bloch, distretto di Kandhamal. Alle 8 di mattina un gruppo di fondamentalisti ha tolto con la forza le decorazioni poste, con il permesso delle autorità, dal gruppo Ambedkar Baniko Sangho. Quando i membri di Ambedkar Baniko Sangho hanno protestato, gli indù hanno risposto di cessare le celebrazioni natalizie e, in pochi minuti, oltre 200 estremisti hanno aggredito i cristiani con bastoni, spade e fucili. Nonostante i presenti si siano dati alla fuga, gli aggressori hanno sparato, ferendo due persone in modo grave. Poi hanno saccheggiato e devastato decine di negozi e di abitazioni appartenenti a cristiani e malmenato chi era presente. La sera stessa durante la messa di mezzanotte sono stati lanciati esplosivi contro la casa dell’arcivescovo a Bhubaneswar.
Il giorno di Natale, 25 dicembre, gli aggressori sono tornati in forze e hanno distrutto le chiese della zona di Bamunigam. Poi hanno di nuovo assalito e incendiato le case e le proprietà dei cristiani, gridando loro di andare via.
Intanto il 24 dicembre alle 2 del pomeriggio, circa 4-500 persone hanno assalito e devastato la chiesa parrocchiale cattolica a Balliguda. La stessa sera hanno dato alle fiamme la chiesa, il vicino convento, gli uffici, il dispensario e due ostelli per studenti. Poi hanno invaso la città e bruciato la chiesa dei cristiani battisti. Hanno assalito una chiesa dei cristiani pentecostali. Il giorno dopo, 25 dicembre, sono tornati minacciando tutti i sacerdoti e i cristiani di non fare denunce alla polizia.
Lo stesso giorno una folla ha devastato un convento a Phulbani e il nuovo autobus della scuola. A mezzogiorno hanno distrutto la chiesa parrocchiale di Pobingia e l’abitazione del sacerdote: per fortuna sacerdoti e suore, riuniti per celebrare il Natale, erano stati avvertiti di fuggire via.
Secondo testimoni, la polizia non è mai intervenuta, seppure presente. A Bamunigam almeno 20 poliziotti hanno assistito in silenzio alle aggressioni. Anzi, le autorità hanno chiesto ai sacerdoti della parrocchia di Phulbani di non fare celebrazioni, per non avere maggiori problemi. Oltre la metà delle 24 parrocchie del Kandhamal non ha potuto celebrare la messa di Natale, per timore di aggressioni.
Nell’intera zona, in 3 giorni sono state assalite e distrutte 5 chiese parrocchiali, 48 chiese in villaggi, 6 conventi, 6 ostelli, come pure gli edifici del Seminario minore a Balliguda e il dispensario Sarshnanda a Pobingia. In una vera caccia al cristiano, sono state distrutte o bruciate centinaia di abitazioni. Nella parrocchia di Barakhama ne sono state sventrate 400 e 5 persone uccise, oltre a danni a negozi e veicoli. La Casa di formazione dei cappuccini è stata devastata. Gli aggressori, indisturbati, hanno sfondato porte e finestre, ammucchiato la mobilia nel centro delle stanze e appiccato il fuoco.
Ma le violenze sono continuate nei giorni successivi e ancora nei primi giorni del 2008, con minacce, aggressioni, devastazioni.
Le vittime lamentano che gli attacchi sono stati organizzati con cura, facendo notare che in mezz’ora si sono radunati centinaia di estremisti (oltre 200 a Bamunigam e 4-500 a Balliguda), ben organizzati, con fucili e spade, provenienti da altri villaggi così da non poter essere identificati.
Una delegazione delle vittime ha chiesto al Capo ministro dello Stato indagini imparziali e la punizione di tutti i responsabili, adeguate forze dell’ordine per impedire nuove violenze, un risarcimento adeguato e tempestivo per i danni alle proprietà della Chiesa e private, un risarcimento a chi è stato ferito e alle famiglie delle vittime.